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Aggiornato: 12 giugno 2025


Non si creda calunnia il contegno che io attribuisco alle guardie: chiunque è stato sul Var può fare ampia testimonianza che esse fino dal bel principio della mattina erano completamente ubriache.

Creda, diceva l'Ubaldo, l'onorevole Carrani trascina il giornale sopra una via pericolosa, gli fa sposare troppo apertamente i suoi risentimenti personali, lo rende antipatico ai lettori; non può non essersene accorto anche lei. Il principe fece col capo un lieve cenno che poteva significare tanto quanto no.

Ha ragione esclamò il giornalista, dopo alcuni istanti di pausa e ridendo della sua confusione; correggo la frase, sopprimendo il giudizio dei posteri. Ma creda a me, il mondo non domanda cervelli sopraffini, a governarlo, e tutti gl'ignoti ministri di Luigi Filippo, a mazzo coi pochi che possiamo ricordare, confortano la mia tesi.

Su questo riguardo mi pare che non sia stato abbastanza avvertito il perturbamento apportato nelle abitudini e nelle famiglie dei contadini dal ritorno dei congedati. Si è detto che la leva è stato un cemento unificatore quantunque io creda pochissimo alla efficacia di tale mezzo ed alla utilit

Che! Non creda alle fandonie del mio amico Vigna! rispose l'Ariberti concitato. Io non mi ricordo di aver guardato più quella che un'altra. Se ne ammirano tante a teatro, e la nobilt

Questo non è un pomo che se tegna ascoso. Gli fu detto che non si meravigliasse se ghe vien domandato qualche cosa, perchè si fa per poter chiarir meglio il tutto, e non perchè non si creda quello che lui dice; rispose che questo non importava niente, e gli fu detto che dicesse la divisione dell'esercito.

E ne rimanevano pochi ormai ad Astianello. I nuovi servitori, scelti dal Duca, avevano a poco a poco, accaparrati i posti migliori. E ora.... anche Drollino. Era un altro lembo del passato che scompariva. Egli vide quella lagrima e rimase inchiodato al suo posto pallido, atterrito. Signora Duchessa, disse con voce tremante; creda.... anch'io.... mi perdoni....

Mi sono trovato in mezzo a un fumo che mi fece chiudere gli occhi e tossire come un vecchio di sessant'anni. Non ci si vedeva. Era pieno come un uovo. Gli uni erano addosso agli altri e nessuno poteva muoversi. Creda a me che non dico bugie. Erano gli uni sugli altri come le sardine. Fu una vita da cane la notte del mio arresto. L'aria che si respirava rivoltava lo stomaco.

Ed ella a me: <<Da tema e da vergogna voglio che tu omai ti disviluppe, si` che non parli piu` com'om che sogna. Sappi che 'l vaso che 'l serpente ruppe fu e non e`; ma chi n'ha colpa, creda che vendetta di Dio non teme suppe. Non sara` tutto tempo sanza reda l'aguglia che lascio` le penne al carro, per che divenne mostro e poscia preda;

Però che de' Fiorentini è propio vizio d'appiccare medesimi, come degli Aretini il gittarsi ne' pozzi, qui di tutti quei di Firenze che ciò fanno, in uno si ragiona, acciò che ciascun leggendo del suo parente si creda, il quale, per sua patria nominandosi, cioè di Firenze, di lei alcuna condizione in cotal modo significa, dicendo, che per lo mutamento di suoi padroni che anticamente per accrescimento della fede cattolica d'uno in altro si fece, lasciando l'idolo di Marte, il quale, secondo i poeti, Iddio delle battaglie si chiama, e san Giovanni Batista prendendo, che per tale privamento con sua impressione il detto Marte la far

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