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Aggiornato: 6 giugno 2025
Ce lo direte, Garasso, non ne dubito; poichè, a tenervi in nostra balìa, c'è la spada di Damocle. Sapete che cos'è, anzi dirò meglio, che cos'era la spada di Damocle? Il Bello, confuso com'era, non rispose verbo.
Che cos'era avvenuto? Esplorare i segreti di un'anima è cosa difficile assai, e meglio varrebbe inventare di sana pianta. Ma le invenzioni non giovano che a patto di essere verisimili. Voi per esempio avrete sentito dire le mille volte che spesso avvenga di esser tristi senza ragione. Ma è proprio vero, questo? E non è a vederci piuttosto un effetto della nostra ignoranza, per difetto d'indagini? In quei momenti di tristezza, chi ben cerchi, c'è sempre il fatto d'uno squilibrio morale tra ciò che siamo e ciò che vorremmo e dovremmo essere. Sia luogo o genere di vita, o sentimento più intimo, se ciò che noi siamo per necessit
Ebbene, il Governo venne innanzi al Parlamento, e, come l'urgenza cresceva, si stralciarono, per far presto, dal progetto di legge per la repressione del brigantaggio pochi articoli che il Parlamento discusse e votò, e che formarono la legge Pica.» «Che cos'era questa terribile legge?
Che cos'era questa societ
Vi è mai accaduto di credervi morto? Cos'era stato?... Lo seppi mezz'ora più tardi allorquando un amabile farmacista, nella cui bottega mi ero ricoverato per medicarmi le contusioni del naso, ebbe a dirmi con molte circonlocuzioni che in ogni modo io aveva commesso una grave imprudenza.
Maestro, osò dire il Chiacchiera, voi restringete il campo dell'arte. Che campo m'andate voi sfringuellando? Il campo dell'arte! Ecco un'altra invenzione dei pittori parolai. Dovevate vederlo che cos'era il campo dell'arte, quando vivevano i grandi maestri. Non le si conoscevano mica, queste cianciafruscole ai bei tempi di Taddeo Gaddi e di Giotto!
Valeria alzò la mano nel guanto nero di suède e si toccò la bocca; e si toccò la guancia dove sentiva qualche cosa d'insolito. Cos'era? Il guanto pareva non toccarle la guancia ma i denti... poi qualche cosa di caldo e viscido le corse giù nel palmo della mano e lungo il braccio... D'un tratto ella ricordò il sacchetto viola, rigonfio di denari. Dov'era? Allora cercò di dire: «Dov'è? dov'è?
Dopo avere, nella parentesi di una breve pausa, assaporata la sua facezia, l'amabile precettore stava per ripigliare la conversazione, quando un cinguettio di voci femminili si fece intendere al di fuori del salottino. Le belle e vivaci fanciulle che erano uscite poco dianzi nel giardino rientravano appigliate al braccio ed alle vesti di Gal-di-fuoco. Cos'era avvenuto?
Era un cerchietto di argento grossamente lavorato, che portava nel castone una pietra nera e lucida, sulla quale erano incisi alcuni segni d'una lingua ignota per lui. Che cos'era? arabo? ebraico? copto o caldeo? Per Ariberti, nuovo alle scritture orientali, poteva anche esser sanscrito, o cinese.
Era rimasta così lungamente, insensibile al tempo, insensibile al dolore; non aveva nemmeno la forza di pensare a colui che era partito, senza salutarla, senza dirle una parola, lasciandola forse per sempre, con un moto di stizza e con una spallata. Che cos'era successo? cos'era morto in lei?... Il suo cuore era stato spezzato, e anche la sua vita era stata spezzata... era finita. No, la vita no.
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