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Aggiornato: 31 maggio 2025
Tra questa cruda e tristissima copia Correvan gienti ignude spaventate Sanza spettar pertugio o ellitropia
Il palazzo di Gian Aloise Fiesco sorgeva sul colle di Carignano, accanto alla chiesa patronata che un cardinal Luca Fiesco, diacono di Santa Maria in Vialata a Roma, aveva ordinato nel 1336 fosse eretta in Genova col medesimo titolo; donde il nome di Vialata si stese a tutta quella parte della collina, corrompendosi poi nel dialettale "Viovâ" per rifarsi ancora italiano in "Violato" e dar occasione a qualche moderno di derivarlo "dalla copia delle viole che vi nascevano e soave fragranza diffondevano intorno". Chi sente l'arcana poesia dei fiori può anche contentarsi di questa etimologia, che ha dopo tutto il gran merito di suscitare graziosi pensieri.
Egli era suo costume, qualora sei o otto o piú o meno canti fatti n'avea, quegli, prima che alcun altro gli vedesse, donde che egli fosse, mandare a messer Cane della Scala, il quale egli oltre a ogni altro uomo avea in reverenza; e, poi che da lui eran veduti, ne facea copia a chi la ne volea.
Certo il sangue scorse più rapido nelle arterie, e i vasi capillari ne bevvero in maggior copia dell'usato, perchè il naso, ultima Tule del vostro mondo conosciuto, s'imporporò subitamente di gioia. L'acquasanta fu il ritrovo, l'incontro di tutti i giorni. Lo sconosciuto, da quegli atti di silenziosa servitù, venne alla cortesia delle parole. Come avvenne ciò?
Afferman la coronazione Giachetto Malespini, cap. 212, e Giovanni Villani, lib. 7, cap. 69, che copia il Malespini. Montaner, cap. 63, la scrive anche, senza espressare qual vescovo l'avesse fatto.
Essi si valgono, nella loro ascensione, di quella solenne turlupinatura che si chiama musica fatta bene, falsificazione dell'altra vera e grande, copia senza valore venduta ad un pubblico che si lascia ingannare per volont
E infine non ne fecero niente; perché la marchesa, donna di giudizio, diceva che non bisognava darsene per intesi, e che sempre era succeduto cosí, e che sempre sarebbe succeduto l'eguale a chi scrivesse proprio come la pensava; e che poi bisognava contentarsi di chiappar la lepre col carro, e lasciar tempo al tempo. Ma quella elegia mi piacque tanto, che pregai di darmene una copia.
Il vecchio pittore si rallegrava di vedere raccolta in casa sua tanta gente. I congiunti non erano molti, poichè egli non era nato in Arezzo e messer Luca Spinelli neppure. Ma una zia si trovò, ed anche una copia di cugini o di cugine, a cui si aggiunse una mezza serqua di amici vecchi, che potevano considerarsi come parenti, o giù di lì.
Marin Sanudo, Cod. Marciani, vol. Copia de una letera de ser Donado da Leze, podest
²¹¹ Provviste del Senato, a. 1800-1, p. 307. XII, pp. 133-50. Nella Biblioteca privata del Principe di Trabia esiste la copia delle lettere di Ferdinando III al Paternò in cattura, al Sultano, e forse della Regina Carolina alla sua Dama di Corte Principessa di Paternò, allora in Napoli, e, se mal non ricordiamo, incinta.
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