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Aggiornato: 23 maggio 2025
Un'immensa dolcezza preme sulla montagna boscosa che digradando scende sino agli ultimi coni circonflessi di verdura di Portofino, vasca d'angeli. «Venite giù, venite giù, Monti, rocce, terrazze e giardini; nell'acqua tenera abbandonatevi!»
Il pinus montana Mill., limitato ai sistemi montuosi centrali dell'Europa, con numerose e svariate forme, si distingue dal pino selvatico per il suo fusto più compatto, i suoi aghi pronunziatamente verdi, i coni ottusi e talvolta curvati, ecc. La sua forma arborea (f. uncinata) predomina sul versante spagnuolo dei Pirenei, mentre nelle Alpi è diffusa dal Ventoux all'Engadina. Nelle Alpi Marittime viene menzionata nelle foreste di Mollières, di Fremamorta, di Salèses, di Cavallé, delle Finestre e dell'Aution; trovasi anche, secondo l'Ardoino, sul Colle di Tenda, mentre noi non lo trovammo nel bacino del Roja, ma nella Valmasca (da m. 1750 sul fianco sud a 2150 m. nel vallone dell'Agnel) e su ambidue i fianchi del Monte Urno, ove cresce a 2100 m. insieme agli ultimi larici. V'è una delle variet
Tali sono gli altissimi coni del gruppo di Lipari, delle Marianne dell'Indiano arcipelago, e tanti altri.
Ritornando da Colonia sostammo a Königswinter e salimmo, verso il tramonto, alla Drachenburg. Gli Steele mettevano in gesti ed esclamazioni il loro entusiasmo per la splendida, bizzarra Burg polifronte, tutta guglie, pinnacoli, torri, scale, balconi, sculture di marmo e di bronzo, versi e motti parlanti al sole, ai venti, al Reno profondo che si perde curvo all'orizzonte di levante, si perde curvo all'orizzonte di ponente; visione dell'antico appassionato di sentimento moderno, gittata da un grande poeta della pietra in quell'alta solitudine, a duecento metri sul fiume. Violet era muta, oppressa dall'ammirazione. Sedette presso all'entrata della fronte opposta al Reno, riposando quasi lo sguardo sulle vicine cupole verdi dei coni che sorgono dietro il Drachenfels; e dichiarò che non avrebbe potuto ammirare altro così presto, e che rinunciava quindi a salir sulla cima dove son le rovine del castello antico. Volle però ad ogni costo che vi salissi io. Gli Steele, che conoscevano gi
Sembrano beccheggiare le casette tanto pesano a prua e a poppa i balconi sovraccarichi di edera umana. Verso il Sole, punto matematico del problema di guerra risolto, salgono le spirali delle respirazioni sibilanti e della polvere dorata. Salgono i coni dell'entusiasmo lanciati su steli invisibili dai nostri cuori fontanieri.
Ci riposiamo fino alle due, poi proseguiamo e dopo una leggiera salita ridiscendiamo per seguire il corso di un torrente asciutto e tortuoso che attraversiamo almeno una dozzina di volte. Non abbiamo guide, e nessuno cui domandar consiglio quando ci troviamo ad una biforcazione della vallata; seguitiamo quindi dove ci pare più ragionevole dover essere la nostra direzione, ma il dubbio ci accompagna dello sbagliar strada. Passa un'ora, ne passano due e più, il cammino si fa sempre più cattivo e a cento doppii aumenta ad ogni passo il timore d'essere su falsa strada; la vallata ci appare chiusa e davanti ci sta un'ertissima salita che è pur forza superare, e a divagarci abbiamo parecchi incontri di grossissime scimmie. Dal colmo dell'altura si stende dietro noi un estesissimo panorama di tutto il territorio che attraversammo da Adua in qua; un vero ammasso di coni e di avvallamenti, perfettamente l'effetto di una carta geografica in rilievo. A sud la catena imponente del Semien che si protende verso ovest, dove ci sta dinanzi la parete quasi verticale del monte di Wogara che dovremo oltrepassare, e del quale ci fecero pitture così nere, dicendolo tanto erto che le mule cariche non lo possono salire, ed è forza farvi trasportare il bagaglio a dorso d'uomo. Discendiamo di pochi metri in un altipiano in gran parte coltivato, sparso di acacie e di enormi gruppi di gelsomini affratellati alle rose, e in fondo al quale sorge un'altura la cui vetta è coronata da piante e sul cui versante, a diversi gruppi è sparso un villaggio. Lì presso è piantata la nostra tenda che vediamo con somma gioia, perchè il sole volge al tramonto, e sempre abbiamo compagna l'ansia dell'esser fuori strada. Il villaggio è detto Dibbi-bahar, a 2200 metri. La posizione è bella, il pascolo abbondante, e ciò ci rallegra, perchè prevediamo che domani si dovr
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