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Aggiornato: 7 giugno 2025
Sì, a prenderla. Forse sono ancora in tempo a riparare uno scandalo. Ho detto a chi mi chiedeva di lei che è in campagna. Ebbene, bisogna che da questa campagna Loredana ritorni. Io non confesserò mai mai, che mi è fuggita di casa, capisce? Il suo ritorno, la sua presenza, la ripresa delle nostre abitudini faranno tacere le cattive lingue. Mia figlia è conosciuta da poca gente modesta, che certo non villeggia a Sirmione. Forse sono ancora in tempo a salvarla se Dio mi aiuta. E lei, conte, non si opporr
Se io, incominciò a dire, se io potessi sperare che l'assoluzione mi salvasse, a nessuno io vorrei confessare i miei peccati tranne a voi, venerata Signora, e tra Dio, e me non desidererei mettere migliore mediatore di voi. Ma il libro della mia vita ho così empito di delitti, che l'Angiolo Custode non vi troverebbe più tanto di bianco da scrivervi sopra la parola misericordia con la più fina delle penne delle sue ali. Pazienza! E nonostante questo io mi confesserò, perchè se la mia confessione non può giovare a me giover
E lui? che ti ha risposto? Ah, se tu lo avessi veduto, che muso! Come? mi ha gridato, fermandosi sui due piedi. E chi è Lei, per darmi di queste lezioni? Sono, gli ho risposto, un gentiluomo che rende giustizia ai meriti della contessa, e Le confesserò candidamente di esser rimasto preso all'incanto delle sue grazie. Lei scherza; ed io non son uomo da scherzi. Nemmen io, sa? E non mi rompa la testa per una lettera cieca che ha ricevuta. Se avesse senno, prenderebbe per un orecchio, l'un dopo l'altro, tutti coloro che Le vengono per casa, e li metterebbe inesorabilmente fuori dell'uscio. Inoltre, poichè Le ha dato noia l'acqua tiepida, non dovrebbe aspettare la calda, e dovunque Le piacesse di andare a curar la salute, dovrebbe condurre la sua signora con sè. In coscienza, quando si ha nel giardino una vite moscadella come la sua, non si lasciano andare e venire comodamente le vespe. Ella mi render
Come si fa a negarti una cosa simile? sclamò il meneghino, che s'inteneriva sempre più. Eppure io so che tu stavi preparando una vendetta. Sì..., ti confesserò che io avevo stabilito di scrivere a O'Stiary per metterlo in guardia contro di te e per raccontargli il tuo passato, come del resto, te l'ho minacciato ieri sera.
Ricapitoliamo; ho detto a Filippo, quando finalmente ci siamo trovati soli al Giardinetto. Ricapitoliamo; m'ha egli risposto. Quanto a me, ti confesserò che ho passato una buona giornata, lasciandomi vezzeggiare e osservando la mia gente. Mi sono trovato bene, come un pesce nell'acqua. Ed io come un pesce nell'olio. Friggendo, non è vero? Ti ho ben visto qualche volta.
Qualche dubbio su me? Zitto, lascia ch'io finisca. Ti confesserò dunque ch'io ti reputava assai più fermo ne' tuoi propositi e ne' tuoi affetti, che le prove ch'io gi
Per questa risoluzione quel mio amico si partì allora da me assai malcontento. Del resto io parlai in quel modo all'Orlando perchè così doveva fare, perchè non è detto che si debba sempre mostrar fuori l'animo proprio. Ma ora ti confesserò, e non arrossisco niente, perchè sarei poi sempre pronto a far quello a cui l'animo quasi si rifiuterebbe, ti confesserò che io ne provai un certo sgomento.
Ora, cosí facendo dopo quattro tali anni, io v'avevo due soli modi schietti: primo, ristampare esattamente il mio testo del 1846, per serbare cosí intiero quel poco di merito o di fortuna che poté essere allora a prevedere e suggerire qua o lá alcuni «invidiati veri». E confesserò che, oltre alla pigrizia, la mia vanitá letteraria, od anche politica, mi fece pendere a tal modo.
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