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Aggiornato: 17 maggio 2025


Sovr'al tavolo, ingombro da carte e libri, rosseggiava la stanca fiammella della lucerna; la luce vaga e melanconica di essa sparsa a sprazzi lungo le verdastre pareti e le cortine pur verdi conciliava a cupa tristezza Cipriano, che solo e a capo chino v'attendeva il vecchio duca * di Siracusa, e di tratto in tratto alzava gli occhi verso una clessidra vecchio arnese ereditato da padre in figlio siccome ricordo di famiglia.

Confortato dall'approvazione di Giraldi, Alberto Varedo si appigliò a questo partito che conciliava le sue sollecitudini domestiche col suo desiderio di stare a Roma una ventina di giorni senza esser disturbato. Quando le disgrazie cominciano...!...

L'atmosfera interna era tepida; regnava una penombra scura, ma, lungo le navate, un rumore incessante di passi, faceva sentire che c'era molta gente in chiesa, e rassicurava il bambino. Da lontano, nel coro, s'udiva un salmeggiare monotono che conciliava il sonno. Carlo, stanco, assiderato, non potè sostenere a lungo l'attenzione alla preghiera; chinò il capo verso la parete, e s'addormentò.

Solo qualche classico cresciuto nell'odio del romanticismo o della religione protestava tacendo. Niccolini colla chiaroveggenza del poeta penetrando oltre l'illusione del momento si ricusò ad un'opera, che fallita doveva lasciare discordie peggiori di quanto allora ne conciliava; e feroce fra tanta bont

Forse Menico e la Rosetta non avevano torto. Quelle iscrizioni concise ed espressive restarono per un pezzo a far bella mostra di sulle muraglie, ma la filosofia di coloro che v'eran presi di mira spuntò gli strali della satira, e gli abitanti del villaggio, ch'eran gente di buona pasta, non istettero molto ad amnistiare le relazioni amichevoli della Rosetta e del conte Leonardo Bollati. Anzi il conte finì coll'esser considerato un personaggio attinente alla bottega, una specie di patrono, di capitalista a cui gli avventori facevano giunger rispettosamente la manifestazione dei loro desideri e delle loro lagnanze. Se lo zucchero non era abbastanza dolce, se il caffè sapeva di paglia, se le carte da giuoco eran troppo unte, si diceva una parolina al signor conte ed egli provvedeva a far cambiare lo zucchero, il caffè e le carte da gioco; se un vetro era rotto, si diceva al signor conte ch'era una bruttura il turare il buco con un foglio di carta oliata, ed egli mandava subito pel finestraio. Con questo savio sistema Sua Eccellenza Leonardo si conciliava le grazie della Rosetta, la tolleranza di Menico e la benevolenza universale. Però c'era una difficolt

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