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Aggiornato: 15 maggio 2025
Giornate nere. Avvilimento, rabbia compressa, digrignare di aguzzi denti. Il leoncello graffia e morde le sbarre del suo gabbione. Sogna, invelenito, chi sa quali altre fughe, quali altri più fortunati travestimenti. Pur di combattere!... Ad un piccolo ritratto, nel quale egli appare con la divisa di fante per così breve tempo portata, appone queste parole di dedica al padre, e non sa quale tremenda profezia vi racchiuda: «Ricordo di una impresa che la seconda volta non fallir
L'uomo trovò nella colpa di Eva circostanze attenuanti; ad ogni modo gli piacque piuttosto esporsi perpetuamente alla tentazione, che rimanere privo della sua amabile tentatrice. La fiamma di amore, secondo la ragione del fuoco, divampò più gloriosa quanto più compressa. La donna di compagna diventò signora, e regina. Sedè giudice dei Tornei, presiedè le sfide di poesia, e le Corti di Amore.
Pur nondimeno e anche antivedendo inevitabile la sconfitta, noi non potevamo, senza tradire il mandato, trascurare l'unica via di salute possibile; ed era un mutamento nelle cose di Francia. L'invasione era concetto di Luigi Napoleone che, meditando tirannide, volea da un lato avvezzare la soldatesca a combattere la repubblica altrove, dall'altro prepararsi il suffragio del clero cattolico e di quella parte di popolo francese che in provincia segnatamente ne segue le ispirazioni. L'Assemblea di Francia, incerta e divisa com'era, dissentiva da ogni proposito deliberatamente avverso a noi: aveva approvato l'intervento, ingannata sulle nostre condizioni e sul fine segreto della spedizione. I complici di Luigi Napoleone affermavano imminente la invasione austro-napoletana a pro della dominazione assoluta papale e dichiaravano la popolazione dello Stato nemica al sistema repubblicano e soltanto compressa dal terrore esercitato da pochi audaci: Roma quindi impotente a resistere e preda in brevi giorni dell'Austria se non s'inframmettevano l'armi di Francia. Provare alla Francia l'assenza in Roma di ogni terrore, l'unanime volere delle nostre popolazioni, la possibilit
Nora si rizzò, si voltò di colpo: la sua faccia per essere stata malamente compressa contro i cuscini, era attraversata da due solchi sanguigni.
Vinsi il terrore che m'irrigidiva e mi slanciai contro l'uscio. L'apersi, entrai. Udii subito la voce del chirurgo che mi gridava aspra: Non v'accostate! Non la scuotete! Volete ucciderla? Giuliana pareva morta, più pallida del suo guanciale, immobile. Mia madre stava china sopra di lei reggendo una compressa.
Questo sospira sospira sospira e fischia nella stretta di due roccioni per passare ad ogni costo. E' troppo voluminoso: porta addosso una girandola di enormi polmoni gonfi d'ira compressa. Si accanisce e fiiiiischia. Sospira sospira sospira poi con uno schiaaanto d'alberi e fogliame precipita inondando di sè a ventaglio tutta la vallata.
Ecco, ecco, è fatto; disse il dottor Q... È fatto, balbettò Agenore. Ernesta aprì gli occhi attonita. Il dottore veniva assicurando una compressa sopra l'occhio destro, da cui colavano lagrime e sangue. Sul volto contratto dell'infermo ancora combattevano il dolore e l'energia della volont
Verso quel tempo ebbe in dono dal fattore di campagna una testuggine. Il nuovo ospite tardo e taciturno fu diletto e cura della donna nelle ore d’ozio. Camminava da un punto all’altro della stanza sollevando a stento dal suolo il grave peso del corpo su le zampe simili a moncherini olivastri, e, come era giovine, le piastre del suo scudo dorsale, gialle maculate di nero, tralucevano talvolta al sole con un nitor d’ambra. La testa coperta di scaglie, compressa nel muso, giallognola, sporgeva tentennando con una mansuetudine timorosa; e pareva talvolta la testa di un vecchio serpe estenuato che uscisse dal guscio di un crostaceo. Anna prediligeva nell’animale i costumi: il silenzio, la frugalit
Questo lo osservavo principalmente quando Egli mi guardava, con quei suoi occhi profondi e seri ove l'anima saliva con un ardore di fiamma compressa. Mi sentivo allora vicina a qualcuno, ad uno più forte di me, padre e fratello insieme.
Il portatore era un vecchio piccolo, magro, serio, maestoso, e da uomo che compie in pubblico un ministero glorioso e invidiato, e sudava come una spugna compressa. Venivano dietro di lui don Gaudenzio coll'aspersorio in mano, alzato in alto come una sciabola, e un chierico che portava con evangelica rassegnazione una delle più belle gobbe ch'io abbia mai viste. Poi, a due a due, i terrazzani di ogni et
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