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Aggiornato: 16 maggio 2025
Ed allora essa sedette sopra una poltroncina, egli se le inginocchiò ai piedi e cercò il suo cielo in quegl'occhi neri lucenti; e fra il sorriso amoroso ed una stretta di mano tenace ed un amplesso misurato dal palpito robusto e sereno del cuore, sentì il bisogno di ripeterle per la centesima volta: Ti ricordi, quando vivevo al tuo fianco senza saperti leggere dentro, quando te bella, gentile, appassionata possedevo indifferente, ed i tuoi sentimenti ed i tuoi affetti non comprendevo o sdegnavo come un impaccio?
Campanella che rammenti Al dolente prigioniero I dolori ed i tormenti Di una vita, che finì... Deh! Riporta al mio pensiero Le speranze d'altri dì. Di quei dì, che una tranquilla Gioia al Cielo mi rapia: Fissa in Lei la mia pupilla Comprendevo la belt
Mio fratello è sì violento, esigente, bizzarro, che, se mi sorprendesse in colloquio con un cavaliere, sarebbe capace di un eccesso... Ma egli è assente.... Ah! lo comprendevo bene: sapevo di non arrischiarmi troppo, dando al principe un appuntamento... Ero sicura che don Francesco si sarebbe recato al castello, onde sorprendere la sua cara sposa col cavaliere!... Chi sa che cosa può accadere?... Ma ecco il principe: e non è ancor notte fatta.... Ora temo quasi sia troppo presto...
Io non gli risposi. Vedevo l'esaltazione del suo spirito, e comprendevo che le mie parole non sarebbero state che un alimento alle sue ingiuste rampogne.
Comprendevo bene come il ricordo di quell'uomo non dovesse riuscirle gradito; però le dissi: «Fortunatamente egli è lontano...» Ella stette un momento guardando dinanzi a sè; poi rispose: «È ancora troppo vicino!» E nascose la faccia tra le mani. La luce d'un lampo traversò il mio spirito. Mi sentii morire. Nondimeno tacqui.
Ma avevano mai posto mente, le care creature che non vorrei offendere neppure con un sospetto, allo svolgersi della mia piccola anima? Ero buona come loro e tanto bastava a quelle coscienze semplici. Comprendevo adesso che i genitori devono fare di più e questo compito riguardo al mio Alessio mi spronava, dandomi un ardore e una forza che non supponevo di avere.
«Avrei voluto partir subito; correre a Torino. Ma avevo scritto che giungerei sabato colla contralto. Che cosa penserebbero il babbo e Gualfardo a vedermi arrivare il giovedì, e sola? Eppure, in tanta noia ed in tanto cruccio, non andavo a cercar consiglio dalla contralto. L'idea di vederla trattar leggermente quell'agonia della mia coscienza mi faceva male. Comprendevo omai tutta la gravit
Effettivamente io non comprendevo. Molte volte mi pareva che noi due ci somigliassimo appieno, che fossimo eguali di cuore e di mente; molte altre invece vedevo disegnarsi tra me e Lui grandi macchie ignote, sorgere ostacoli che non conoscevo, aleggiare pensieri che non avevo mai avuti, e sentivo la presenza di una quantit
Desideravo sinceramente rivedere mia moglie, rientrare nella mia casa, riprendere le mie tranquille abitudini; ma devo confessare con pari franchezza che al momento di lasciare la mia cameretta mi sentii una spina al cuore!... O perchè?... Domandatelo a chi può conoscere a fondo gli atomi più riposti del nostro fango!... io non comprendevo me stesso.
Io comprendevo tutto ciò, e pure mi ostinavo a parlarle d'Eugenio; parevami che perchè io l'amavo anch'essa dovesse sentirne a parlare volentieri. Essa mi ascoltava talvolta in silenzio, ed io interpretando in buon senso quell'attenzione, coglievo l'opportunit
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