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Aggiornato: 29 giugno 2025


Il Comitato Nazionale è disciolto; disciolto dopo un proclama d'insurrezione, ch'io scrissi, e che due soli de' miei colleghi firmarono. Di questo fatto io debbo pur conto al paese.

Come membro del Comitato Europeo, apposi, nell'agosto del 1851, il mio nome a un suo Atto, che s'indirizzava agli Italiani e additava loro come sola via di salute l'istituzione repubblicana. Per quel fatto, Giuseppe Sirtori c'intimò, con parole dissennatamente irritate, di protestare, come Comitato Nazionale, contro quell'Atto o d'accettare la di lui dimissione. Accettammo la dimissione, dichiarando «che il Manifesto del Comitato Europeo non racchiudeva contradizione alcuna col nostro e che il consiglio dato agli Italiani d'attenersi, pel moto futuro, al simbolo repubblicano, era conseguenza logica del principio di Sovranit

Pochi, in Italia, badavano a questo dissidio. La Direzione Romana redarguì gli autori con parole severe. Inattivi e fuor di contatto col popolo, gli anonimi del Comitato Latino non potevano nuocere sensibilmente al nostro lavoro.

Poi fecero un giro pel giardino, disparvero dietro i cespugli di lauro-rosa e di magnolie, e s'introdussero nel padiglione. Il comitato sedeva al pian terreno. I delegati salirono al secondo. Il Comitato mandò presso di loro il suo commissario, il barone di Sanza, come il potere esecutivo manda i suoi ministri alle Camere. Alle dieci, ciascuno era al suo posto.

Il Comitato centrale di soccorso sedeva in Firenze in una vasta ed ampia sala presso l'Arno tappezzata in rosso amaranto e sguernita d'ogni arredo, tranne un tavolo coperto da tappeto verde. L

Presiedette pure il comitato formatosi per attuare il progetto di riparare la mulattiera e tracciare un sentiero che salisse al Col Fenêtre in Valpellina, comitato che ottenne dalle Autorit

Mandato, dal Comitato degli amici della Polonia in Parigi, a Varsavia, durando l'insurrezione nazionale Polacca, Ramorino, legato colla frazione capitanata dal Principe Czartoriski e dall'aristocrazia del paese, s'era condotto, negli ultimi tempi della guerra, in modo giudicato severamente dai migliori patrioti.

Tutti i giorni, durante la guerra del 59, perchè la nostra è una storiella vecchia, egli, a sentirlo dire, voleva passare il confine, emigrare in Lombardia, correre in Piemonte, entrare nell'esercito, arruolarsi con Garibaldi.... e invece restava sempre fermo al di qua del Garda, non decidendosi mai al salto del Rubicone, brontolando con le sue amiche contro il Comitato segreto, che non sapeva cogliere il momento buono per farlo scappar via.

Non si può ammettere venne fuori a dire la New-York Tribune che da un momento all'altro un comitato di scioperanti possa alzare audacemente la mano e guastare, se non rompere del tutto, il delicato organismo di una grande impresa nella quale esso non ha alcun interesse personale.

«Io sono accusato di cospirare per l'emancipazione del mio paese, cercando di suscitarvi gli animi con lettere e stampati segretamente introdotti: sono accusato di mantenere corrispondenza con un Comitato repubblicano in Parigi, e d'avere avuto, io Italiano privo di relazioni e di mezzi e risiedente in Marsiglia, contatto pericoloso allo stato coi combattenti del chiostro di S. Mery.

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