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Aggiornato: 20 giugno 2025
Anch'egli, come Prinetti, portava sempre la cravatta bianca, ma con un corpetto meno aperto e il colletto dritto, forse per nascondere le prime rughe del collo, per una di quelle civetterie quasi inconsapevoli nei vecchi rimasti belli; e la sua fisonomia, di una signorilit
Colla falda del cappello aggrondata sugli occhi, il colletto del pastrano alzato fino all'orecchio, egli era andato ad appostarsi col
parrucca di capelli neri, lunghi, a istrice; finanziera stretta alla vita e lunghissima, con calzoni alla francese, il tutto di stoffa color acciaio, disegnata a scaglie; colletto altissimo, dritto; cravatta a punte, all'insù; cappello a staio, sempre in una mano insieme con un ampio fazzoletto di seta gialla, nell'altra mano un ombrello verde, scarpe a punta con tacchi altissimi.
Come era possibile riposare con quel colletto, quel petto e quei polsini tanto abbondantemente insaldati che parevano di legno? E allora, con gli occhi della mente e del desiderio, rividi le camicie da notte della mia compagna, quelle camicie nivee, fragranti, carezzose, lievi come di garza.... Tornai ad accostarmi all'uscio: non si udiva più nulla.
La principessa era bruna, molto bruna nella faccia, nel volto, nelle spalle, nelle braccia. Lo sapeva e non si scollacciava mai negli abiti azzurri, verdi o violetti. Portava gli abiti montanti in raso bianco-latte, o in raso giallino, ora col lungo ed alto colletto alla Medici, ora con certe immense cravatte di merletto che la immergevano in una nuvola di trine.
Ecco, compare un'altra comitiva di giovani vestiti di una specie di caftan alla turca, col colletto diritto, filettato di rosso, fra loro vi sono due mori, e molte faccie olivastre, abbronzate, parlano tutte le lingue dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia; parlano il cinese, l'indostano, il persiano, l'abissino, il copto, le lingue del Malabar e dell'Orange: sono allievi del collegio di Propaganda, futuri missionari.
Quando l'impresario potè riaversi dallo stupore di questo inatteso attacco, prese per il colletto Bemolle, lo alzò, e vivamente lo fece sedere per terra. Quindi prese cappello e bastone, e se ne andò. ... E' partito? chiese Bemolle rizzandosi a sedere, con le guancie che parevano di carta e un occhio arrossato. Sì, è partito! disse Nancy. Oh, povero Bemolle! Vi ha fatto male? Bemolle non si alzò.
L'altro poi era pallido, e di aspetto gentile: copiosa e ben composta la chioma bionda, tardo e mesto a guardare e a parlare: sovente distratto: qualche volta sospiroso: si fermava, trasaliva, la commozione interna svelava col tremito del labbro superiore, e coll'agitarsi degli estremi peli dei baffi. Le vesti, i nastri, le trine del colletto e delle maniche elegantissime.
Ha ventiquattro anni, viperetta che sei! disse Clarissa, del resto, è stato tanto viziato dalle donne di Napoli, che potrebbe avere mille anni, per tutto quello che sa! Bah! che orrore! fece Nancy guardando sdegnosamente le inconscie spalle davanti a lei, e il colletto alto, e i lucidi capelli neri, e infine l'irreprensibile cappello, correttamente piantato in cima a tutto ciò. Oh, sì!
Ma per quel giorno non volle più scendere in miniera, disse che aveva da rivedere alcuni conti, e si ritirò nello studio per non uscirne che a ora di cena. La sera rimase col Selmi e con sua sorella. Odoardo in maniche di camicia, col colletto sbottonato, fumava, beveva, sonnecchiava, stirando ogni tanto le braccia e mettendo degli sbadigli rumorosi.
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