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Bravo! E tu vedi tutti gli uomini buoni, come un collegiale tutte le donne belle. Figliuolo mio, non si d

La fama questa volta non era bugiarda; vi assicuro che erano proprio carine; modeste, educate, geniali... tanta fu la mia sorpresa che non sapevo cosa dire, e sul primo devo aver fatto la figura del collegiale più candido che sia mai scappato dall'unghie dei reverendissimi maestri.

Era riuscito a trafugare alcune nocciuole prevedendo che gli sarebbe toccato il pane ed acqua, e rovesciò le tasche sul nostro desco. Così fra i motteggi e le confidenze passarono quei tre giorni. D'allora in poi fummo indivisibili. Dodici anni appresso io mi trovava a Milano. Il collegiale s'era fatto uomo; e tuttavia io ripensava con mestizia a quei giorni di delirio.

Nondimeno, dicono quel che devono dire, e, conveniamone, da un sociologo noioso come me ci sarebbe da aspettarsi di peggio. Vedrai. Ti secca?... Eh , lo vedo che ti secca. Caterina Ludovico (con un pudore di collegiale) Mi d

L'argomento era di quelli che trovano la strada del cuore; e Filippo, sentendosi toccato, s'infastidì, rispose a Leopoldo ch'era stufo di dover rendere conto a tutti delle più minute cose della sua vita come un collegiale, che desiderava ormai vivere libero, senza tutela e senza giudici.

La notte, quando fu solo nel suo letticciuolo di collegiale, Maurizio pianse a calde lagrime il suo bel sogno svanito; ma con quelle lagrime gli si prosciugò la vena delle tenerezze. La cugina era una civettuola e una sciocca, vana della sua bellezza, felice d'esser guardata, e più fatta per godere gli omaggi della cavalleria che quelli della marineria.

Come avrebbero riso sgangheratamente i suoi amici se avessero veduto Westford nell'esercizio di quella manovra da collegiale! E siamo certi che anche il lettore ne taccier

Ma posso io dire che egli fosse ancora quel Raimondo d'una volta, il collegiale taciturno e severo, ma ad ora ad ora confidente ed entusiasta? Io cercavo indarno sotto la sua nera barba le note linee di quel volto pallido ed affilato il suo sguardo era sempre mesto, ma avea perduto quel fuoco che irraggiava a sprazzi vivissimi di luce la sua testa.

Come sei bella Erminia, ricominciò Flavio divorandola cogli occhi; sei sempre la vereconda ch'io vidi per la prima volta a Monza sotto l'abito modesto di collegiale. Mi ricordo anch'io di quel bel giorno; tu mi seguisti in Chiesa. Un tuo sguardo bastò per affascinarmi, ti vidi Erminia e t'amai.

Voglio imbestialirmi. Se non cerchi altro! È la cosa più facile. Mi guardava stupito. T'intendo però, soggiunse, e ti invidio. Io comincio ad essere stufo. Tu invece puoi gustare il piacere con la ingenua ingordigia del collegiale; non ti offenda il paragone. Corri forse il pericolo di prenderlo sul serio; non ne vale la pena.