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Aggiornato: 24 giugno 2025
Ma perché essi superbi hanno perduto el lume, non veggono né cognoscono la bontá mia, né el lume della grazia infusa sopra de' servi miei.
Questo legame è suggellato col suggello della tenebre, però che essi non cognoscono in quanti inconvenienti e miserie essi sonno caduti e fanno cadere altrui, e però non si correggono, perché non el cognoscono, ma come aciecati si gloriano della loro destruczione de l'anima e del corpo.
Unde, come nella visione di me e' sancti sempre exultano, rinfrescandosi con allegrezza il fructo delle loro fadighe che essi hanno portate per me, con tanta abondanza d'amore e dispiacimento di loro medesimi; cosí, in contrario, questi tapinelli si rinfrescano ne' tormenti nella visione delle dimonia, però che nel vedere loro cognoscono piú sé, cioè cognoscono che per loro difecto se ne sonno facti degni.
Benché egli non dice il vero, ché con l'aiutorio mio ne può escire, se vuole; nondimeno pur cognosce che fa male: col quale cognoscimento gli è agevole a potern'escire, se vuole. Ma questi tiepidi, che né un grande male fanno né uno grande bene, non cognoscono la freddezza dello stato loro, né in quanto dubbio stanno.
Perche la natura si mantiene de contrarij, & per questa causa rimangono così storditi i composti della natura che patiscono molto tempo & mostrano segni euidenti di quest'attione. Che ne dite voi Camillo, v'ho sodisfatto? C. Signor si assai. Non cognoscete mò che con questo mezzo si cognoscono i secreti di tutti gl'altri, & i genij & le virtu ch'hanno tutte le cose ad vna per vna. T. In vero nò.
E, venendo lo' meno questo, perché l'affecto loro con esperanza era tucto posto ine, non lo' pare sentire né ricevere né providenzia mia né bontá veruna: par lo' essere privati d'ogni bene. E, perché sonno aciecati dalla propria passione, non vi cognoscono la ricchezza che v'è dentro, né il fructo della vera pazienzia: anco ne tragono morte, e gustano in questa vita l'arra de l'inferno.
Unde non temono e' loro inganni, perché col lume sopranaturale e col lume della sancta Scriptura cognoscono gl'inganni suoi, sí che non ricevono tenebre né turbazione di mente. Or cosí gloriosamente passano bagnati nel Sangue, con la fame della salute de l'anime, tucti affocati nella caritá del proximo, passati per la porta del Verbo e intrati in me.
E però non sia veruno che se ne fidi, indugiando a pigliare la chiave de l'obbedienzia ne l'ultima extremitá della morte, benché ogniuno possa e debba sperare infine che egli ha il tempo; ma non se ne debba fidare, che per questo pigli indugio a corrèggiare la vita sua. E chi è cagione di tanto loro male e di tanta ciechitá, che non cognoscono questo tesoro?
Ma perché essi sonno privati del lume, nol cognoscono; ma, credendolo conservare con la ingiustizia, non riprendono e' difecti de' subditi loro; ma ingannati sonno da la propria passione sensitiva e da l'appetito della signoria o della prelazione. E anco non correggono, perché essi sonno in quelli medesimi difecti o maggiori.
Essi giudicano in male, in loro danno, in ruina e in odio quello che Io fo per amore e per loro bene, per privarli dalle pene etternali, per guadagno e per dar lo' vita etterna. E perché dunque si lagnano di me? perché none sperano in me, ma in loro medesimi; e giá t'ho decto che per questo vengono a tenebre, sí che non cognoscono.
Parola Del Giorno
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