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Aggiornato: 5 maggio 2025
Perchè mai tale capriccio, Federico? diceva al suo commensale la donna, che era davvero bellissima, e della quale uno sfarzoso abito di raso rosso cupo faceva maggiormente risaltare le forme classiche ed i tratti perfettissimi. Come potete mai chiamar capriccio un desiderio sì naturale?
D’altro ordine e con espedienti diversi l’insegnamento medio e inferiore. Oggi si fanno distinzioni e sotto-distinzioni di scuole classiche e tecniche, professionali e normali. Allora non se ne facevan punto. Le scuole che si dicevano normali, corrispondevano alle elementari; le altre, alle classiche.
Questa campagna è bella, quantunque senza carattere. Salvator Rosa ci perderebbe l'ispirazione tormentata e robusta, Claudio Lorenese la sua placida e larga vena poetica. Non ci sono dirupi minacciosi, non classiche aperture d'orizzonti lontani. Così niente fa pensare, tutto fa vegetare; ottima cosa per me, che non ho più fantasia. Dov'è andata a finire? Sicuramente, l'ho fatta correr troppo. L'uomo ha le sue quaranta libbre di sangue e le sue quattr'once d'ideale: se egli sa farne un uso discreto, bene; se no, addio roba. Io non iscrivo più una riga. Il mio Don Giovanni dorme. Buon poema, che voleva esprimer la vita veduta, collegandola coll'invisibile sentito! Non lo intendo più; ne rigiro per ogni verso la tela, e non ci trovo il vivagno; vedo il contorno e mi sfugge la linea, l'idea madre, che mi pareva gi
La mancanza assoluta di storia, la separazione completa dal mondo e dalle sue vicende, sono quelle che danno uno speciale carattere alle nostre spiagge del Nord; qui in Italia, invece, non si rinviene un solo angolo di terra, per quanto solitario e remoto, dove le memorie severe e classiche del passato non sorgano, dove non invitino a riflettere sul continuo avvicendarsi delle sorti del genere umano.
«Solamente, se ci saranno ne' tuoi scritti eleganze classiche, bellezze puramente italiane, temo che non le saprò intendere. Me le insegnerai tu, caro. Quante cose mi devi insegnare! Quando penso come sono ignorante di tante cose che ogni scolaretta sa, mi copro il viso. Ti piace ch'io mi copra il viso?» Rientravamo in giardino dal passeggio. Perchè mi ami? diss'ella. Ancora per il sogno?
Mentre la carrozza attraversava i quartieri popolari, arrestandosi tratto tratto per l'ingombro dei tram, delle automobili, dei legni, dei carri, dei veicoli d'ogni sorta, Perez cominciò a parlare delle sue occupazioni letterarie. Scrittore di commedie prima che insegnante di lettere greche, egli adempiva con tutta coscienza l'ufficio scolastico; ma più che la cattedra lo attirava il palcoscenico, dove aveva raccolto e raccoglieva ancora i premî più ambiti. Quanti ammiravano in lui l'artista geniale, l'arguto dipintore dei costumi contemporanei, non riuscivano a spiegarsi come egli potesse essere anche un dotto cultore delle classiche discipline; in realt
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