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Aggiornato: 24 maggio 2025
Soperbo cibo, che d'umilitade profundissima sorse in mia salute; soperbo cibo, ove l'alta bontade cercò d'erger a' morti la virtute; soperbo cibo, il qual con veritade convien che 'n corpo e sangue si trasmute, in corpo e sangue de l'umano Dio, che disse: Or manucate il corpo mio!
E dice che è veritá, e cosí è, perciò che Egli è unito con meco che so' veritá, e chi el séguita va per la veritá. Ed è vita; e chi séguita questa vita riceve la vita della grazia e non può perire di fame, perché la Veritá vi s'è facto cibo. Né può cadere in tenebre, perché Egli è luce, privato della bugia: anco con la veritá confuse e destrusse la bugia del dimonio, la quale elli dixe ad Eva.
In questo lume cognosco e rapresentami te, sommo e infinito Bene: Bene sopra ogni bene, Bene felice, Bene incomprensibile e Bene inextimabile. Bellezza sopra ogni bellezza; sapienzia sopra ogni sapienzia, anco tu se' essa sapienzia. Tu, cibo degli angeli, con fuoco d'amore ti se' dato agli uomini. Tu, vestimento che ricuopri ogni nuditá, pasci gli affamati nella dolcezza tua.
E non avvenne per disordine di cibo. Tutt’altro. Ma per aver riscaldata, con la brace, la camera in cui si trovava, dalla quale imprudenza gli vennero capogiri, svenimenti e nausea. La digressione è assai graziosa, con la descrizione dell’inverno gallico e della Senna gelata e della vigorosa barbarie degli abitanti.
Tanto sonno diversi e' fructi di questo arbore che dánno morte, quanto sonno diversi e' peccati. Alcuni ne vedi che sonno cibo da bestie, e questi sonno quegli che immondamente vivono, facendo del corpo e della mente loro come il porco che s'involle nel loto: cosí s'invollono nel loto della carnalitá. O anima bructa, dove hai lassata la tua dignitá?
Amaro libro; soggiunse Aloise, rabbrividendo un pochino; amaro come quello che fu dato dall'angelo per cibo al veggente dell'Apocalisse, ma che lasciò succhi vitali nell'anima mia.
Ma la commozione della giornata, le lacrime sparse, il freddo della sera e l'odore del cibo, che dalla sottoposta cucina saliva sulla tolda, gli fecero sentire, oltre il vuoto doloroso dell'anima, il vuoto molesto dello stomaco. Maria, fa freddo. È meglio che ci ritiriamo, disse il duca alla moglie. Scendiamo pure. Che cosa vuoi mangiare?... Non ho fame...
Però il Mattei andava da parecchi giorni almanaccando di guasti organici e d'altri malanni inerenti alla natura del vecchio banchiere; vigilava egli stesso i rimedii, e raccomandava al Battista di attenersi fedelmente a' suoi comandi, così nel ministrar le pozioni, come nella misura del cibo; e aspettava intanto che tutti quei nuovi sintomi gli dessero il bandolo della matassa.
La veglia della notte antecedente, il viaggio mattinale, la fatica del lungo passeggio, il cibo sostanzioso e il vino eccellente m'immersero in un sonno così intenso, che non mi risvegliai che all'aurora. Era una deliziosa mattina d'autunno, io mi sentiva rinvigorito dal riposo, consolato da una speranza di gloria, e predisposto dall'amore a sentire le bellezze della natura.
Per ora non so pensar altro modo che condur Altilia al Cerriglio e pregar il tedesco che dica al pedante che, dall'ora che Altilia e la balia son state menate da lui nell'osteria, l'hanno aspettato tutta la notte e anco senza cibo e senza sonno; e che sappino ben fingere questa bugia.
Parola Del Giorno
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