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Aggiornato: 19 giugno 2025


Intendi nevvero, che devono essere bravi e forti? Maria chinò il capo in segno di assentimento rispettoso. Tutti giovani rispose M

La marchesa Clementina si fece rossa in volto come una fragola, e chinò la fronte con atto leggiadro, che poteva interpretarsi per un ringraziamento e per un moto di verecondia. Signor conte, diss'ella poscia, cercando di ricondurre il discorso al convalescente; non le parrebbe che un po' d'aria dei nostri monti...

Nel silenzio della casa si udirono i passi di lei allontanarsi su i tappeti. Allora Donna Laura, con un moto indescrivibile, si chinò su ’l vecchio, gli prese le mani, gli strappò le parole con li occhi.

Le quali a vederle reggersi colla punta delle dita un po' di gonna, tanto che i piedi ne uscissero scoperti fin sopra la noce; e col capo chino vezzosamente, strisciarne uno innanzi e l'altro volgere di lato, modeste, agili, rapidissime a fare da un lato all'altro le sale, dovevano essere un desìo; e quello era ballare davvero.

Loreta si portò allora le mani al petto come avesse voluto contenere il dolore che in quel momento l'afferrava con rinnovata violenza. Poi chinò il capo, sommessamente, in atto di muta rassegnazione.

Emidio si volse verso il letto mortuario. I suoi occhi, scorrendo la linea rigida e nera del cadavere, si fermarono involontariamente su la mano, su una mano gonfia e giallastra, un po’ adunca, solcata di trame livide nel dorso; e prestamente si ritrassero. Piano piano, nell’incoscienza del sonno, la testa di Rosa, quasi segnando su la parete un semicerchio, si chinò verso il cherico turbato.

E si gettò ginocchioni, tenendolo sempre per le mani, sollevando verso di lui quel suo bel viso acceso di commozione, di desiderio, di speranza, que' suoi occhî splendidi, pieni di tanta luce, di tanto amore. Era, in quell'atto, così potentemente bella, che tutto il fuoco della passione in Emilio divampò, divenne irresistibile. Egli si chinò verso di lei, gli occhî fiammeggianti di libidine, le labbra tumide e frementi; l'afferrò alla vita per sollevarla a , e balbettò con voce rotta dalla intensit

Vittorina si chinò verso il marito, che, sorseggiando una tazza di , leggeva un libro di filosofia bergsoniana, e rifletteva sulla facilit

Ella pregava sempre, pei dolori Che ancor non conoscea: Come un giglio era bella e nol sapea: Non di carne, ma d’etere Parea. Una sera, nell’ombra d’un’arcata, Uno sguardo l’avvolse, Ella chinò la testa e non si volse. Ma nelle fibre un tremito La colse. Un’altra sera ancor, nel tempio vuoto, Ella incontrò quel viso. Prometteva l’inferno e il paradiso.... Il cor le battè rapido, Conquiso.

GIGLIO. Facite presto. PASQUELLA. Chino, chino, belline, belline, belline, iscio, iscio! Che ve rompiate il collo! Che che se ne fuggirá qualcuna? Para, para ben, Giglio. GIGLIO. Donde stan estos pollos? Aquí non veo ni gallos ni gallinas. PASQUELLA. Non gli vedi? Eccoli qui. Levati; lasciami un poco serrare l'uscio, tanto ch'io ce gli rimetta. GIGLIO. Oh! Voi inserrate col fierro. Oh!

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