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Aggiornato: 8 ottobre 2025
Adagio, Biagio ripigliò il conte Zaccaria. Il matrimonio d'un Bollati non è faccenda da risolversi su due piedi, e cinquant'anni addietro avrebbe voluto entrarci il Serenissimo.... E le prime famiglie del patriziato sarebbero venute a offrirci le figliuole esclamò la signora Chiaretta.
LECCARDO. Mi piace quanto dici. CHIARETTA. E le lor facce son tanto imbellettate che paiono maschere; e portano tal volta sul volto una bottega intiera di biacche, di solimati, di litargiri, di verzini e altre porcherie. Oibò, se le vedessi la mattina quando s'alzano da letto, diresti altrimente.
Non c'era dubbio pur troppo ch'egli venisse a fare un'improvvisata alla sua sposa, a dare un bacio alla sua figliuola. Fortunata, singhiozzando, cacciava la testa sotto le coperte. Intanto, come se le disgrazie fossero poche, la contessa Chiaretta deperiva a vista d'occhio, e quella primavera bisognò per cagion sua rinunziare alla campagna.
Ma quando nel giugno 1846 Pio Nono salì al Pontificato e un mese dopo la sua elezione promulgò l'amnistia pei delitti politici, la contessa Chiaretta non potè resistere a questo nuovo colpo, e prese commiato da un mondo ove l'ordine naturale delle cose era sconvolto e i patrizi veneti andavano in rovina e i Papi facevano all'amore coi rivoluzionari.
LECCARDO. Per un'ora, anzi mezza, anzi per un quarto; e te la ritorno come me la prestasti. CHIARETTA. Dimmi, che vorresti? LECCARDO. Vorrei.... CHIARETTA. Che vorresti? LECCARDO. Dubito non me la presterai. CHIARETTA. Ti presterò quanto ho per un'ora, per un quarto, per quanto tu vuoi: a me piú tosto manca l'occasione che la voluntá di far piacere; e se non basta in presto, te la dono.
CHIARETTA. Va' e fa' altre arti, ché di caccia di donne tu non te n'intendi. MARTEBELLONIO. Troppo gran bocca avevi tu aperta, che aresti ingiottito il cane e il padrone intiero intiero. CHIARETTA. Non bisognava altrimenti, avendo a combatter con can debole di schiena.
Tutto considerato, i maggiori ostacoli all'adempimento del gran disegno della contessa Zanze non venivano nè dal lustrissimo Zaccaria, nè dalla lustrissima Chiaretta.
La bimba, ufficiosa per sua natura e facilissima ad affezionarsi, non durava fatica a secondare i desiderii materni, ed era lietissima se poteva rendersi utile in qualche maniera alla zia Chiaretta, com'ella chiamava la illustrissima contessa.
La contessina Maddalena Bollati, figlia primogenita delle loro Eccellenze Zaccaria e Chiaretta, s'era sposata due anni addietro, uscita appena dalle Salesiane, col signor marchese Ernesto Geisenburg-Rudingen von Rudingen ufficiale degli ussari, possessore di molte terre e castella in Moravia. Matrimonio levato a cielo dagli uni, aspramente censurato dagli altri, tanta è la variet
E se la contessa Chiaretta si sgomentava delle inclinazioni libertine del figliuolo e manifestava dei timori al marito, questi tirava in campo la solita scusa del sangue caldo dei Bollati, e soggiungeva: Ci vogliono le valvole di sicurezza, ci vogliono. Se no la macchina scoppia.
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