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Aggiornato: 10 giugno 2025


La signora Cesarina si era ricomposta sul canapè, e in quella luce che cominciava ad oscurarsi, la sua figura e la sua faccia raddoppiavano sull'altra la vaga impressione di terrore provata sino dal principio della scena. Confusamente, in uno spasimo segreto, ella rivedeva i momenti migliori della propria vita, come certi infermi alla vigilia di subire una operazione chirurgica tremano di un freddo spirituale e fuggono nel passato, dove gi

Quando giunse nella strada della signora Cesarina allentò ancora il passo come destandosi alla improvvisa difficolt

Per guadagnare tempo cercò di passare in rivista le persone, alle quali avrebbe potuto presentarsi l'indomani per chiedere aiuto; e la prima fu la signora Cesarina. No, no, proruppe a bassa voce: mi farebbe dire senza dubbio di non essere in casa. Quella donna non aveva cuore, le si vedeva in faccia.

La ragazza ubbidì, ma la signora Cesarina le si mise dietro quasi per impedirle di arrestarsi; poi aperse l'uscio e rinchiuse. La mamma con la faccia sconvolta corse a cercare il buco della serratura senza ricordarsi che dall'altro lato la porta aveva una pesante tenda di iuta. Passò del tempo.

Per un momento si ricordò la prima volta che delirante, ferita, era discesa a precipizio le scale della signora Cesarina vagando per le vie insino a quella chiesa silenziosa. La sua vita si era spezzata quel giorno senza che ella avesse potuto piangere; ma adesso il suo ultimo desiderio era di allungarsi nel letto per chiudere gli occhi.

L'aria si fece fredda. Le mosche non ronzavano più, e fuori le rondini nella malinconia del tramonto imminente gittavano stridi più acuti. Molte finestre sbatterono, il murmure dei passi cresceva nel vicolo. Perchè ti sei coricata? chiese la mamma. Tina aprì gli occhi. Bettina mi ha detto che sei andata dalla signora Cesarina; le hai chiesto gli ultimi otto franchi, che ancora ci deve?

Questa coperta bisogna levarla, perchè si sciuperebbe, disse la signora Cesarina sollevandone con ambo le mani un lembo per mostrare loro la ricchezza della frangia. Guardate come la coperta è ampia, tocca quasi il tappeto. Tutte e tre indugiavano dinanzi a quell'immenso letto bianco: anche la camera era quasi troppo grande, piena di un silenzio e di una penombra che turbavano.

Il peggio è che sono lisce, e non conoscendole c'è da sentirsi mancare sotto un piede. Noi ci siamo avvezze. Lo credo. Successe una pausa. La signora Cesarina sembrava cercare con lo sguardo. La ragazza è di l

Ma bisogna lasciarsi guidare e non commettere balordaggini, specialmente in principio. Quello che dico sempre io. Tina alzò la testa. Ma avrete fiducia in me? seguitò la signora Cesarina. . State dunque allegra; diavolo! si direbbe che vi faccia male un dente e che aspettiate qui il dentista. Il motto era così bizzarro e lo scatto delle parole così vivo, che le due donne dovettero sorridere.

Ella si ricordò dell'altra piccola chiesa, nella quale si era rifugiata fuggendo dalla casa della signora Cesarina col ventre ferito; ma un dolore anche più acuto, uno smarrimento più profondo, la facevano adesso guardare più disperatamente in quell'agonia di diventare madre da un momento all'altro. E il suo cuore si gonfiò.

Parola Del Giorno

branchetti

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