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Aggiornato: 10 giugno 2025


Nel gabinetto il silenzio diventava greve. Malgrado la lunga pratica, anche la signora Cesarina cominciava ad essere imbarazzata dal contegno umile e dolente delle due donne: per solito non accadeva così. I suoi occhietti neri andavano dal viso dell'una a quello dell'altra senza che sulla sua faccia magra ed impenetrabile apparisse nulla, ma il suo giudizio su loro era gi

A tutti, cominciando da vostra madre? Ma io le voglio bene. E anche a quell'altra donna? La signora Cesarina? No, no. Voi non siete innocente, perchè avevate capito quello che vi consigliavano di fare, e vi ci siete piegata, egli disse severamente: Alla vostra et

Non erano stati nemmeno consigli, ma semplici osservazioni, parole dolenti di esperienza, alle quali rispondevano parole anche più tristi nel suo cuore: non l'avevano ingannata, non si era ingannata; dopo quella mattina comincerebbe per lei un'altra vita, e la signora Cesarina le comanderebbe sopra ben più che la mamma.

A questa domanda quasi brusca l'altra ebbe come uno smarrimento, ma la signora Veronica la sovvenne: Lo sapete bene, signora Cesarina. , , mi ricordo tutte le vostre parole, ma io non posso quasi nulla, ciò dipender

Adesso non sapeva più come dire: un turbamento, quasi un impeto di pianto, le salì agli occhi; il corridoio era buio, la signora Cesarina vestita di nero, dinanzi a lei, pareva un'ombra. Vorrei... cominciò, e s'interruppe, come se avesse paura di essere intesa dalla cucina. Che cosa? Una corona di fiori bianchi... L'altra la guardò stupefatta.

Si lasciò cadere sopra una sedia. Il silenzio era diventato più profondo nel salotto: il pavimento di mattoni rossi aveva dei luccicori sanguigni, quantunque le tende impedissero al sole d'entrare dalla strada. Chi aspettava dunque ancora la signora Cesarina?

Ecco, quell'uscio mette nel corridoio d'ingresso: se qualcuno non vuol essere veduto, invece di entrare nel salotto, passa per la mia camera. Quella porta in fondo è della cucina. Compirono il giro tornando nel salotto. Appena dentro, la signora Cesarina si fermò dinanzi alla ragazza per accomodarle sul petto una piega.

La mamma capiva benissimo che simili prezzi erano esagerati, ma non voleva contraddire e sbirciò Tina; questa anche più imbarazzata aveva abbassato gli occhi. Non sarete sempre così, figlia mia? disse la signora Cesarina facendole una carezza sotto il mento: non sareste divertente.

La fanciulla diventava un'altra; il naso le si era affilato e un'ombra le aveva scavato le gote, mutando tutta la sua fisonomia; soltanto la fronte sotto quell'arruffio dei capelli rimaneva ancora pura. Poi aprì gli occhi e disse quasi in sogno: Come sei lontana! Aspetta, aspetta, rispose l'altra senza capire. Tina tese la mano lucida, scheletrita. Che cosa vuoi? Andrai dalla signora Cesarina.

Farai come ti piace, Tina mia; io non ti dico più nulla. Avevo creduto così per il tuo bene, per farti diventare una signora: tu lo sai, io ti voglio bene, se avessi potuto mantenerti, io l'avrei fatto con tutto il cuore, ma vedi come sono ridotta: aggiunse con un sorriso d'ironia dolorosa: quando non si può, non si può. Si era seduta accanto a lei. Quanto ti ha dato la signora Cesarina?

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