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E come alla ROMA DEI CESARI, che unificò coll'Azione gran parte d'Europa, sottentrò la ROMA DEI PAPI che unificò col Pensiero l'Europa e l'America, così la ROMA DEL POPOLO, che sottentrer

Questo bizzarro, o, come lo chiamano oggi a Roma, questo fanatico progetto fu preso da Garibaldi al gran Giulio Cesare. Come il valoroso generale ebbe compiuto le titaniche lotte della sua esistenza, combattute contro i mostri della tirannide che straziavano la sua patria, venne a Roma per intraprendere l'ultima fatica, a simiglianza di Ercole: e domare il divino fiume Tevere che nemmeno dai Cesari era stato vinto. Egli somiglia ora al vecchio Faust che si d

«Da un passo di Cicerone il quale dice nelle Verrine: Omnis ager siculus decumanus est! Perchè adunque per l'addietro queste terre pagavano le decime a Roma, i canonici si credono eredi dei Cesari e si costituiscono proprietari di quelle prestazioniOr bene chi lo crederebbe?

Il Banchetto dei Cesari è una satira piena di spirito e di saggezza, che fa onore a Giuliano, e come scrittore e come uomo e come imperatore. In quella satira egli passa in rivista tutti i suoi antecessori, di cui mostra gli errori, le colpe ed i vizî. Uno solo trova grazia presso di lui, ed è Marco Aurelio. Mirabile, davvero, questo giovane trentenne, che, padrone del mondo, pone, davanti a , come modello di condotta, il più savio degli imperatori. E su questa preferenza sono armonizzati tutti i giudizi dello scrittore, i quali, se peccano, talvolta, di severit

La fortuna, sempre bizzarra, aveva, al tramonto dell’Impero, posto sul trono dei Cesari, un uomo di vivo ingegno e d’animo forte e retto. Ed egli non ha servito a nulla! I suoi sforzi si sono esauriti nel vuoto. Un’idea, completamente sbagliata, si era impadronita di lui, ed ha piegata la sua azione in una direzione in fondo alla quale avrebbe trovato il baratro. Egli vi si è avanzato come un sonnambulo che non ha la coscienza del mondo reale da cui è circondato. Non c’è, nella storia, spettacolo più triste di questo sciupìo di forze preziose, ma non c’è nemmeno spettacolo più interessante, perchè lo studio delle cause che hanno reso possibile il sorgere di una così grande illusione in uno spirito pur così aperto ed intelligente ci d

Poi, macelli di grandi e piccoli numerosissimi; fra gli altri di molti cristiani, a trastullo; e poi voluttá, nefanditá, pazzie. Sorsero parecchie sollevazioni; i pretoriani l'uccisero dopo quattordici anni di tirannia; e con lui finí la famiglia vera de' Cesari. Ma tutti i successori ne serbarono il nome.

Sotto Claudio s'estesero i limiti in Britannia, e si ridussero a provincia Mauritania, Licia, Giudea e Tracia; sotto Nerone fu di nuovo estesa e ridotta a provincia Britannia; e si guerreggiò in Armenia, e in Giudea giá sollevata, e contro a' parti. Vespasiano tranquillò, riordinò l'imperio sovvertito nei cinquantacinque anni dei quattro Cesari nefandi, e dall'ultime competenze.

Forse che la latina è la piú splendida delle letterature? e nondimeno qual piú vasta metropoli di Roma sotto Ottaviano e sotto i Cesari? Voi gridava l'altro nella voce dell'ira sua il curato di Monte Atino, l'amico mio dall'anima ardente, voi, se siete caldi di vero amore per la vostra bella Italia, levate l'orecchio, o generosi italiani.

In questa poesia romana noi troviamo anche i fiori del nostro romanticismo tedesco. Sembra che la tramontana abbia trasportato il loro seme dai verdi colli della Svevia alle oscure rovine del Campidoglio e del palazzo dei Cesari. Questi rapporti di Roma colla lirica tedesca, meno importanti di quelli coll'Impero tedesco, sono abbastanza interessanti. Come Torlonia gi

Sei stato dichiarato nemico della patria. Ti hanno condannato alle forche! Il senato! Quei senatori, che ha tanto beneficato, che ha avuto ai suoi piedi, che lo hanno dichiarato l'amore e la delizia del genere umano, il miglior tra i Cesari. Il senato! Maledetti, maledetti! È adirato con se stesso, che li ha tollerati in vita, che non li ha fatti scannare tutti, tutti. Eppoi pensa a se stesso.