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Oh! Ne sono certissimo. Lo sento, ecco. E sento che al mio cuore tormentato è riserbata la più alta, la più gentile delle soddisfazioni. Quella di poter vedere, di poter ringraziare non solo col vivo della mia voce, ma col baleno del mio sguardo commosso la più santa delle creature di questo mondo, colei che durante la mia infermit

«Io pure non vorrei levarmi da dosso questo vituperio di sospetto in diversa maniera....» «Se sia maggiore vituperio dare con la propria condotta luogo al sospetto di tradimento, ovvero la manifesta dimostrazione di sfuggire la prova che potrebbe purgarlo, noi non sappiamo, messer Conte; il primo è incerto, il secondo comparisce certissimo....»

La giustizia, invece di cercarla, bisogna farla, Maffio: quest'uomo ha ucciso il fratel nostro.... oramai ne sono certissimo, e colui che venne da me è assai degno di fede; chi ha ucciso dev'essere ucciso.... questa è la giustizia che un uomo d'onore ha a fare. Converr

Col continuare di quella pratica però s'accrebbe sempre più l'amaro della sua vita, perch'egli è certissimo che gli uomini non possono potranno mai gustare con pace sincera i frutti vietati.

Il sorriso di lei era il premio certissimo al buon senso o allo spirito spiegato.

CRICCA. Stimo che la vostra venuta quanto riesce a nostro beneficio tanto fa bello il nostro inganno. GUGLIELMO. Bello inganno è quello che è ordito con disegno e che riesce poi. CRICCA. Egli pensa certissimo che il vignarolo sia trasformato in voi, e l'ha mandato a casa vostra a far l'effetto.

Ella certissimo si crede che sia Cintio: io ho fatto il male, altri ne ará la penitenza. Io non trovo altro rimedio al mio male che andarmene a mio padre e narrargli il successo chi mi desia vivo mi faccia aver Lidia per isposa, ché è impossibile che viver possa senza lei; so che m'ama e cercherá darmi sodisfazione. CINTIA. Vita mia, andate in buon'ora e ricordatevi di chi v'ama.

FACIO. Mira bene che non facci errore. PELAMATTI. Egli è certissimo. Non vedete che le tien sovra? FACIO. Giá le conosco. Taci tu, lascia dire a me. Galante uomo, vi vorrei dir due parole. Sto ragionando con questi gentiluomini di cose d'importanza. FACIO. Adesso adesso vi spediremo. FACIO. Vorrei sapere se sète Facio, dottor di leggi. PANURGO. Perché me ne dimandate?

L'esser stato credulo n'è stato cagione; e con aver sempre creduto che le bugie accompagnano ordinariamente le sue parole, e che mi voleva ingannare, non m'ha giovato crederlo. Ma s'io non me vendico, creda egli certissimo che sia goffo da vero, come mi stima. M'ha fatto sborsar trecento scudi e fattomi re de danari; ma io lo farò diventar re di bastoni.

Non v'è segno nessuno di violenza, disse allora il medico, comprendendo appieno le parole del marchese. Parrebbe che naturalmente ella sia stata assalita da repentino malore. Ma e che dunque mi fu raccontato per via?... Che qualche scellerato sia entrato da lei, è certissimo. Tutti costoro almeno lo attestano. Ma e cosa facevano costoro? proruppe allora Manfredo.