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Aggiornato: 11 giugno 2025
Ma sì, tutta quella storia di Arrigo Beyle, di Livingstone, che so io?... Non c'entra nulla con quel conte Filippeschi che fa il commesso.... Non c'entra nulla? Ti pare?... esclamò Celso, contento di poter riprendere un discorso di carattere intellettuale.
Trasse fuori non so che lettere, le trascorse, le rilesse; si pose a scrivere lentamente; spolverò, ripiegò, suggellò il foglio, poi l'allogò a parte in uno stipo dello scrittojo. Passò quasi mezz'ora; e l'animo di Celso, quantunque oppresso e travagliato, non aveva saputo formar un pensiero di collera o di amarezza contro colui ch'egli riguardava ancora come il suo benefattore.
Capitolo Secondo Un'ora di poi, tutto era silenzio nella casa. Le donne con Celso, s'erano per un poco discostate nell'attigua camera, più squallida e nuda dell'altra, ove non si vedevano che due letti, chi sa da quanto tempo non tocchi, e alcune seggiole scompagnate.
Ciò non significa, rispose Celso. Io ho un amico, la cui figlia di diciotto anni fuma la pipa.... E poi quella disinvoltura, quel portamento, seguitò Vittorina. Certo, è maritata.... Bella: i suoi occhi.... Non ne ho mai visti di simili.... Tacque, seguendo con lo sguardo la sconosciuta che dai piedi della scala si rivolgeva, ripercorreva la striscia di tappeto, andava nuovamente a guardar fuori.
E che importa, o Damiano? il vecchio riprese. Meglio oggi che domani; la vita che passò mi somiglia un giorno. Solo, ti torno a dire che sarei morto più contento, se avessi potuto darvi uno stato, a voi altri due poveretti: e quest'è la mia spina. Di te, Damiano, mi duol meno, chè, lo so bene, non avrai bisogno di nessuno; ma il povero Celso, ancora fanciullo.... I cuori timidi e semplici come il suo, son quasi sempre vittima de' furbi, o de' prepotenti. Basta, a te lo raccomando; so che vi amate, e tu penserai a lui, alla povera vostra mamma, ed alla mia Stella, che sar
Invece ho fatto bene a dir addio all'idea matta che m'ha rotto il sonno per tanto tempo: sì, sì, ho fatto il mio dovere. Studiando anni e anni, avrei forse finito a valere niente di più d'un imbianchino: che bene vi avrei portato allora? la miseria. Metti da parte questi pensieri, Damiano: dicevagli Celso.
E neppure quando si seppe che il padre Apollinare profferiva al giovine Celso di venirne a star con lui, e ch'egli avrebbe pensato ad avviarlo negli studii teologici, e a dargli poi modo d'entrare negli ordini sacri, nessuno potè farsi ragione del come la cosa fosse accaduta, del come la dovesse riuscire.
Noi, dunque, abbiamo visto come Giuliano cercasse di rovinare il Cristianesimo, dimostrando la debolezza della sua base storica e le contraddizioni in cui cadeva con le premesse da cui pretendeva discendere. Ma, se Giuliano si fosse limitato a questo lavoro negativo, il suo tentativo non avrebbe avuto nulla di speciale in confronto a ciò che avevan fatto Celso e Porfirio e forse altri ancora rimasti ignoti. Ora, Giuliano voleva fare qualche cosa di più. Voleva tener ritto il Politeismo antico, che per lui rappresentava l’Ellenismo, la civilt
Celso rimase mortificato di vedere uscita a vuoto la sua prima speranza; ma Damiano, che solo non volendo contraddire a sua madre, l'aveva lasciata darsi attorno per arrivare all'anticamera di un signore, Damiano, a dir vero, non n'ebbe soverchio dispiacere.
Parlano di letteratura, di libri, di autori antichi e moderni. Celso innanzi al giovane è sinceramente ammirato: la sua coltura letteraria solida, piena, lo avvince. Non se ne meravigli! -dice Folco a un'esclamazione di Celso.
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