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Le stoffe per le uniformi militari provenivano dall'industria privata, ed erano fornite dalle fabbriche e lanifici di Schio, Castelfranco ed Alzano nel Bergamasco . Anche Venezia si distingueva in quest'arte con due stabilimenti di molta fama, specie nella confezione dei panni colorati di scarlatto, di cremisi e di azzurro, che si esportavano pure largamente in Dalmazia e nelle contigue terre balcaniche.

Erano giunti a due balestrate dalle mura, nel luogo detto di San Fruttuoso, poco stante dalla spiaggia del mare; ma non s'inoltravano di più. Che diavol fanno? si chiedevano i difensori di Castelfranco l'un l'altro. Oramai, il battifolle di Vigna Donna è diventato una legnaia. Provvedono forse ai casi loro per quest'inverno, che sar

E uno! aveva detto il Picchiasodo, palpando amorosamente il collo della signora Ninetta mentre i difensori di Castelfranco passavano muti e dimessi davanti alla loro capitale nimica. Or viene la volta di castel Gavone. L'incontro di Antonio col marchese Galeotto alle porte del Borgo fu commovente.

Così passò la giornata del 15; i Genovesi lavorando senza posa a rafforzare il battifolle e portando sempre nuovo legname; i Finarini aspettando un assalto da alcune compagnie di fanti, che proteggendo i lavori dei manovali, accennavano di avvicinarsi a Castelfranco.

«Marchese Galeotto, avean detto costoro, i Genovesi, quanto è in poter loro, detestano le inimicizie e meglio in pace coi vicini amano vivere, che in guerra. Esortano te a volere il medesimo, e a mostrarne il desiderio, ritenendo ciò che è tuo, restituendo l'altrui. Possiedi Castelfranco, gi

I Finarini, che stavano spiando tutto ciò dalle loro beltresche e battifredi rizzati sui colli di rimpetto, in cominciavano a beffarsi di questo Fabio temporeggiatore, e delle sue fabbriche tanto lontane. Scenda, dicevano essi, venga alla prova sotto le mura di Castelfranco e vedr

Però mandarono in volta a tutte le famiglie dei Carretti un altro oratore, accortissimo uomo, che fu messere Ambrogio Senarega. Doveva egli apertamente ricordare i vecchi diritti di Genova sulla terza parte del Finaro, su Castelfranco e sulla terra di Giustenice, posta ai confini occidentali del marchesato; chiedere che Giustenice e Castelfranco fossero restituiti, e per la terza parte del Finaro si riconoscesse Galeotto feudatario della repubblica; a ciò volesse la lega persuaderlo, o, dove questi si ostinasse nel niego, abbandonar le sue parti. Certamente, poi, doveva in privati colloqui scandagliare i propositi e tentar la fede di tutti; che certo, e per antiche ruggini e per essere eglino in troppi, non dovevano vivere in così calda amicizia e comunanza d'interessi, come il fatto della lega mostrava. Del resto, provvedessero, come stimavano meglio, all'utile loro; ma ricordassero che Filippo Maria Visconti, protettore e amico a Galeotto era morto, e Milano rivendicata in libert