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Aggiornato: 9 luglio 2025


Tornato da Palermo, presi stanza a Caserta, e visitando ogni giorno Monte Sant'Angelo, da dove scorgevasi bene il campo dei nemici, a levante della citt

Bosco di Caserta, giugno 1878. Oh, i bei tempi delle antiche caccie! Lunghissime corse dietro una problematica lepre o una volpe astutissima, colazioni succolenti e sonni profondi, campagne, boschi, colline, dove siete più? La civilt

«Santo Germanoesclamò il Conte Anselmo percuotendosi la fronte «tanto è vero, che per veder bene da vicino ci vuol vista corta! Tu dici saviamente, non in tutto però: in prima tu dèi condurre meno gente per non dare sospetto; invece di ribaldi da strada, tu passerai in partendo da Caserta, consegnerai un mio ordine al Castellano, che lascer

Va, Anselmo, va per l'amore di Dio, uccidilo avanti che la notte sparisca.... prevaliti di queste ore di notte che avanzano.... egli.... egli è un monumento di peccato.... egli non è mio figlio.... non è mio figlio.... bisogna che muora.» «Bisogna che viva, Conte di Caserta.» «Da quando in qua ricusa Anselmo di fare il sicario?

È la bionda disse, con una occhiata a quell'uscio È una di Caserta. Parte a momenti per Napoli e io l'accompagno alla stazione. La breve tossicina si fece udire un'altra volta, ma ora don Placido non vi badò.

Il Conte di Caserta, staccato dal suo seggio lo scudo, lo porse con bel garbo a Manfredi, che lo adattò al braccio del nuovo Cavaliere; il quale, sopraffatto da così grande dimostrazione di amore, null'altra cosa poteva proferire oltre questa: «O mio Signore, gran mercè

Anselmo, aperti gli occhi, conosce il Caserta, e mormora tra : «Ora sono perduto davvero.» «Io sono Rinaldo, Anselmo.... perchè vi dite perduto?» «Satana sta al capezzale... aspetta l'anima al varco... egli ha ragione... è cosa sua... io ho ben veduto che voi siete il Caserta...» «O amico mio, Dio sa se forte m'incresce del vostro male...» «Lo so, amico, lo so.» «Io perdo il più fedele...»

«E sempre fuggire, e sempre fuggire, ferire mairispondeva il Caserta «vattene, se vuoi; io aborro il consiglio della paura; non passò anche un'ora che mi apparecchiava a partirmi da questa vita senza vendetta, adesso avanti di morire posso sperare di vedere il sangue del mio nemico; è mancata la vendetta della mente, quella della mano non può mancare: non sei anche tu armato di pugnale? che temi?

Verso le 2 pomeridiane, supponendo vicine le riserve che aveva chiesto da Caserta al generale Sirtori, capo di stato maggiore, io avvisai il generale Medici della mia intenzione di raggiungerle per rinforzare la linea nostra. Non era però facile di eseguire il mio proposito, essendo la strada di comunicazione occupata dal nemico.

A breve distanza s'intende una voce lamentosa che mormora: «YoleBalza in piedi il Caserta, osserva un moribondo, lo prende sotto le ascelle, e senza rispetto alla sacra ora in che l'uomo chiamato ad altri sensi combatte anche per poco la forza della estinzione, lo strascina contro Manfredi; giuntogli davanti, glielo getta nel grembo, urlando ferocemente: «Eccoti il figlio... oh! la mia vendetta è pienaPoi torna a sedere, e volge la luce della lanterna sopra que' volti per contemplarne la espressione.

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