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Aggiornato: 12 giugno 2025
in su la sponda del carro sinistra, quando mi volsi al suon del nome mio, che di necessit
e qual esce di cuor che si rammarca, tal voce usci` del cielo e cotal disse: <<O navicella mia, com'mal se' carca!>>. Poi parve a me che la terra s'aprisse tr'ambo le ruote, e vidi uscirne un drago che per lo carro su` la coda fisse; e come vespa che ritragge l'ago, a se' traendo la coda maligna, trasse del fondo, e gissen vago vago.
Eliogabalo creò un senato di donne votate a Venere, tenne apertamente udienze sulla prostituzione. Si fece portare su di un carro tirato da donne nude; e rappresentò Venere sotto tutti gli aspetti. Commodo manteneva 300 concubine e disonorava, seducendole o violandole, le più distinte matrone romane.
Da me fuggirsi tosto fa disegno; e ne l'ora che 'l Sol del carro smonta, al fiume corre, e in una sua barchetta si fa calar tutta la notte in fretta: 42 e la matina s'appresenta avante al cavallier che l'avea un tempo amata, sotto il cui viso, sotto il cui sembiante fu contra l'onor mio da me tentata. A lui che n'era stato ed era amante, creder si può che fu la giunta grata.
O Saul, come in su la propria spada quivi parevi morto in Gelboe`, che poi non senti` pioggia ne' rugiada! O folle Aragne, si` vedea io te gia` mezza ragna, trista in su li stracci de l'opera che mal per te si fe'. O Roboam, gia` non par che minacci quivi 'l tuo segno; ma pien di spavento nel porta un carro, sanza ch'altri il cacci.
Poi che venne il carro del fuoco de l'unigenito mio Figliuolo, el quale recò el fuoco della mia caritá ne l'umanitá vostra, con l'abondanzia della misericordia, fu tolta via la pena delle colpe che si commectono: cioè di non punirle in questa vita di subbito che offende, sí come anticamente era dato e ordinato nella legge di Moisé di dare la pena subbito che la colpa era commessa.
Quale colui che si vengiò cogli orsi Vide il carro d'Elia al dipartire Quando i cavalli a cielo erti levorsi
Donna Cariclea fremeva: invano aguzzava gli occhi, sulla torricella, ma non un'anima passava nella valle, non un carro, non un contadino, un deserto, un paese morto. Il cannone si arrestava, talvolta, per cinque minuti, ma dopo riprendeva con più vigore. Stette tre ore, lassù, sino all'imbrunire. E sempre il cannone: talvolta allegro, talvolta lungo e lugubre. Poi tacque. Era notte.
Io sovente, meditando sulla sorte di questa bella, grande ed infelice nostra patria, nell'immaginazione mia, me l'ho figurata: un carro tirato avanti a stento dalla parte generosa del popolo cui è unica meta il bene generale e che segue la sua stella provvidenziale come faro salvatore.
Lo spazio dentro a lor quattro contenne un carro, in su due rote, trïunfale, ch’al collo d’un grifon tirato venne. Esso tendeva in sù l’una e l’altra ale tra la mezzana e le tre e tre liste, sì ch’a nulla, fendendo, facea male. Tanto salivan che non eran viste; le membra d’oro avea quant’ era uccello, e bianche l’altre, di vermiglio miste.
Parola Del Giorno
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