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Aggiornato: 8 luglio 2025


E che la Concezione non era il primo dei monasteri di Palermo! Poche settimane dopo giunta in Palermo la Corte di Napoli, volle la Regina Carolina fare un giro pei monasteri. Di questo un po’ male rimase la Regina, non per offesa che venisse al suo orgoglio di sovrana, ma pel costo di tanti regali.

Ha naso adunco, ma non fu un vampiro; fa un gesto di comando, ma solo per posa accademica: e pare non dimentichi le grazie sconfinate di Maria Carolina che lo levarono alla non prima sognata grandezza di Vicerè. Tanta grandezza non può non destare un senso di profonda mestizia. Le ceneri del Caramanico giacciono inonorate, neglette nella chiesa dei Cappuccini, coperte da un semplice mattone.

Bene, bene.... Oh gli altri non sono forse stati beneficati anche loro?... Eppure.... guardate se si rammentano di venire a vedere se la padrona è viva o morta. Caspita! susurrò la Tonia, non hanno mica le ragioni che può avere Drollino di venire in guardaroba. La Carolina arrossì e tentò una smorfia.

Oh per questo vi soddisferò, ribattè egli; è giusto; volete che parli io per voi? chiese tutto sorridente a Carolina: mi date licenza? Fate pure diss'ella, ed io andrò dalla signora, che mi aspetta. E quasi senza salutarci, si allontanò, contenta di liberarsi di noi. Grande acquisto che avrebbe fatto mio figlio!... Ma ei non vuol darsi pace e continua a piangere.

Il carcere l’attendeva in un monastero, e vi sarebbe stata senz’altro condotta se la Regina Carolina non avesse dato alla luce uno dei soliti principini cosicchè la Calderara se la cavò con un po’ di paura e di dispetto.

La costituzione della Carolina del Sud dice: Nessuna persona che nega l'esistenza dell'Essere Supremo potr

²¹¹ Provviste del Senato, a. 1800-1, p. 307. XII, pp. 133-50. Nella Biblioteca privata del Principe di Trabia esiste la copia delle lettere di Ferdinando III al Paternò in cattura, al Sultano, e forse della Regina Carolina alla sua Dama di Corte Principessa di Paternò, allora in Napoli, e, se mal non ricordiamo, incinta.

Drollino non disse nulla più che il suo solito «Ahma lo disse con un accento rauco, quasi gutturale. Allora la Carolina volle rassicurarlo. Oh! oh!... non era gi

IL MANDOLINO Ridi, sorridi, Carolina: il riso Al cuore è un elisir soave.... LA CHITARRA e buon. IL MANDOLINO Più dei colori di un lieto viso, Più che la pallida malinconia, Che l'occhio ottenebra talvolta a sera Della pensosa padrona mia, Più che la bionda treccia o la nera. O Carolina, amo il sorriso, Ridi, sorridi, mentre è primavera LA CHITARRA Chi tardi ride ride fuor di ton.

Cataldo stese la sua lentamente e la posò sulla mia. Ci guardammo. Egli mormorò: Povero Vittorio!... E perchè? Che volete, il vino mi diventò triste, all'improvviso... Dunque partite? ... parto. Quando? Domani. Eravamo nel giardino, Carolina ed io, soli. Perchè ci lasciava soli, Cataldo?

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