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Aggiornato: 6 maggio 2025


Sentite disse Giovannina Zoccola, merciaia di rimpetto questo non ha potuto succedere. Vero è che la fame se gli mangiava i Cappiello, la fame e i debiti; che a me, se veramente non tornano più, mi dovranno dare sempre quindici soldi da Pasqua passata. Ma un po' di danaro lo mettevano da parte, via. E c'è stato sempre don Procolo, il signore, che ha riparato spesso e volentieri.

Bisogna premettere che Fortunata Cappiello ha bottega di fiorista in via del Duomo, e oltre a questo ha un padre ed una mamma i quali non sono mai stati in tenerezze, anzi, per dirla con le vicine di Fortunata, i due coniugi facevano cane e gatta in tutta la settimana, specie al venerdì, quando Giuseppe Cappiello chiedeva quattrini alla moglie per giocarseli al lotto e lei glie li negava.

Vista la bottega chiusa sino a mezzogiorno e argomentando che più non si fosse aperta in tutta la giornata, le vicine, sempre maliziose e maldicenti, ne trassero molte congetture, tra le quali questa, che, nella notte, i Cappiello avessero subitamente sloggiato e portato via il di mobilia, per non pagare il padrone di casa.

Nella sera del 3, due sere fa, i coniugi Cappiello tornarono alla bottega che potevano essere le sette e mezza. Donna Maria, senza nessuno salutare della via, ficcò la gran chiave nella toppa, aperse la porta e sgusciò dentro. Nella semioscurit

5 Settembre 1885 Giorni fa le vicine di Fortunata Cappiello, con molta meraviglia, videro chiusa la bottega di lei.

La guardia gli fu addosso e lo afferrò per il bavero della giacchetta. Io non mi movo balbettò Cappiello. Canaglia! gli fece la guardia, cercando le manotte in saccoccia. Il calzolaio s'era chinato sul corpo inerte della vecchia, che quasi sbarrava la strada, sicchè una vettura da nolo, poco lontano, s'era dovuta fermare.

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