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Aggiornato: 4 giugno 2025
Si vedono ripartire cantando, in gruppi come quando sono venuti, tutti infiorati da quei mazzi di rose e garofani artificiali, che si vendono in tutte le feste pubbliche del mezzogiorno. Nel ritorno, giunti al punto da dove per l'ultima volta si può vedere Genazzano, s'inginocchiano, con le mani appoggiate ai loro bastoni e dicono in silenzio la preghiera d'addio.
Gli uomini partivano cantando in coro, con gli strumenti del lavoro in ispalla, marciando alla soldatesca.
Absorse Faraon l'onda Eritrea, Le squadre di Moisè franche varcaro; E mentre che di manna ei le pascea, Edom, Moabbe e Canäan tremaro. Così cantando il coro umìl piangea; Nè le fervide note unqua cessaro Bench'appellasse con più cupi orrori Notte a posarsi i miserabil cori.
I Capitoli della Unione però nell’indicare questo espresso dovere, volevano che tutti li virtuosi musici così cantanti come strumentarj di tasto, d’arco e di fiato e maestri di cappella abbiano da intervenire all’offerta... cantando e suonando la frottola, ripieno da cantarsi nei luoghi designandi dal Superiore»¹⁰⁸. ¹⁰⁷ Villabianca, Diario, in Bibl., v. XXVI, p. 331; XXVIII, p. 30.
Strappai quattro quadri e sfondandoli a pedate li infilai sulla testa a quattro amici. Poi tutti giù per la scala dirigendo l'orchestra e cantando il «buona sera... buona sera...» del Barbiere di Siviglia. L'ordine di partenza non venne.
E vidi scendere altre luci dove era il colmo de l’emme, e lì quetarsi cantando, credo, il ben ch’a sé le move. Poi, come nel percuoter d’i ciocchi arsi surgono innumerabili faville, onde li stolti sogliono agurarsi, resurger parver quindi più di mille luci e salir, qual assai e qual poco, sì come ’l sol che l’accende sortille;
cosi`, benedicendomi cantando, tre volte cinse me, si` com'io tacqui, l'appostolico lume al cui comando io avea detto: si` nel dir li piacqui! Paradiso: Canto XXV Se mai continga che 'l poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra, si` che m'ha fatto per molti anni macro, vinca la crudelta` che fuor mi serra del bello ovile ov'io dormi' agnello, nimico ai lupi che li danno guerra;
E vidi scendere altre luci dove era il colmo de l’emme, e lì quetarsi cantando, credo, il ben ch’a sé le move. Poi, come nel percuoter d’i ciocchi arsi surgono innumerabili faville, onde li stolti sogliono agurarsi, resurger parver quindi più di mille luci e salir, qual assai e qual poco, sì come ’l sol che l’accende sortille;
Vegna ver’ noi la pace del tuo regno, ché noi ad essa non potem da noi, s’ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler li angeli tuoi fan sacrificio a te, cantando osanna, così facciano li uomini de’ suoi. D
Si slanciano giù furiosamente i teutoni, con pelli di tigre, elmetti alati, tridenti e lance: Siam i re dei barbari In mezzo a loro Attila e la Germania in rosso sangue di bue col chiodo in testa. Risponde l'Italia cantando parole assurde sul tema: T'amo come il fulgor del creato Duetto dell'Italia e della Germania. Vicino a me una bambina dice: Guarda che occhiacci fa la Germania!
Parola Del Giorno
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