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Ti sognai, ti cercai: ne l'infinita Luce del ciel, nei cupi abissi orrendi Sempre in traccia di te corsa ho la vita, O eterna Idea, che umana forma or prendi; Vista t'ho innanzi a me, t'ho in cor sentita, Sempre acceso m'hai tu come or m'accendi; Or che t'aggiungo, e intero alfin son io, Son colmi i fati, ed il trionfo è mio.

Tu, dopo il Dio che s'umano in tuo seno, Sei l'Ente più benefico del mondo; La nobil Eva in cui non fu veleno; La vincitrice dello spirto immondo; L'umano cor che al divin Rege appieno Gradì, perchè in amar fu il più profondo: Tu sei la donna in sua perfetta altezza; Degli Angioli e di Dio sei l'allegrezza!

poi si volgea ciascun, quand’ era giunto, per lo suo mezzo cerchio a l’altra giostra. E io, ch’avea lo cor quasi compunto, dissi: «Maestro mio, or mi dimostra che gente è questa, e se tutti fuor cherci questi chercuti a la sinistra nostra». Ed elli a me: «Tutti quanti fuor guerci de la mente in la vita primaia, che con misura nullo spendio ferci.

Sia di tua madre altiera il cor contento, Chè dato non t'avr

cio` ch'io dico di me, di se' intende; sorella fu, e cosi` le fu tolta di capo l'ombra de le sacre bende. Ma poi che pur al mondo fu rivolta contra suo grado e contra buona usanza, non fu dal vel del cor gia` mai disciolta. Quest'e` la luce de la gran Costanza che del secondo vento di Soave genero` 'l terzo e l'ultima possanza>>.

Dice l'Acqua al Sasso: Io garrula Rompo al monte gli aspri fianchi, Fresca scendo ai campi, agli aridi Cespuglietti, ai fiori stanchi: Di mia voce apro il silenzio Delle valli e rido al cielo: Sempre lieta ad un'incognita Meta io scivolo ed anelo. Quando mai tu muovi un passo? Nel mio corso io sono il simbolo Del progresso che si avanza.... Ed io sono la Costanza! In suo cor brontola il Sasso.

Il popol scarso Che stette all'ombra delle case in questo Giorno chiaro di festa, al venir lento Guarda del carro, e guarda i fiori e i bianchi Visi delle compagne e Addio, mia cara.... Dice ciascuno in cor, chè ognun ritiene Sua figlia ogni fanciulla che si avvia Al camposanto.

ma triste, oh, triste al par della memoria d’un sogno: Io son colei che non ha storia. Le mie carezze non le seppe alcuno, poi ch’io serbai tutto il mio cor per uno

Sposata io fei giocondo il cor paterno Per un figliol d'ogni bellezza adorno: Ma, lasciandolo infante, al ciel superno L'alma del genitor fece ritorno. Pur da me non per tanto ebbe governo Tal che fregi d'onor si vide intorno; E d'ogni alma virtute apprese l'arte; Benchè più forte egli donossi a Marte.

Direbbe: la fredda signora Ondina ne l'Alpe si . In riva d'ombroso torrente Fa con l'acque pure a l'amor; Sul musco si posa languente, Ai deserti dona il suo cor. Diletta, sarei nei vivaci Gorgoglii de l'onda che va Con un suon sommesso di baci Che sosta in eterno non ha. Diletta, nel musco sarei Che gode il tuo corpo legger; Al picciolo orecchio direi Il mio dolce, folle piacer.