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Aggiornato: 7 luglio 2025


Rivedo Leida, quale la vidi la sera che tornai dall'escursione, buia e muta come una citt

Quando Alessio fu disteso nel suo lettuccio, quando l'ebbi baciato e ribaciato, tornai in anticamera a domandare a Pietro se aveva accompagnato mio cugino per fargli lume in quella sera tanto buia. Il mio domestico rispose che il signore era gi

Si passava la mano sulla fronte e lo paragonava a «un temporale», a «una notte buia», a «una tempesta». Fu l'uragano dei sensi che gli fece recidere la gola alla padrona ch'egli serviva come cocchiere a Ferrara. Egli la voleva o viva o morta. E se la baciò durante il «temporale» tepida ancora di vita, con gli occhi spalancati che pareva una strega.

Finito questo, la buia campagna tremo` si` forte, che de lo spavento la mente di sudore ancor mi bagna. La terra lagrimosa diede vento, che baleno` una luce vermiglia la qual mi vinse ciascun sentimento; e caddi come l'uom cui sonno piglia. Inferno: Canto IV Ruppemi l'alto sonno ne la testa un greve truono, si` ch'io mi riscossi come persona ch'e` per forza desta;

Giganteschi e taciti scendevano per il pendìo, venendo a lui con passi lunghi e leggieri. E dietro loro, con passi lunghi e leggieri, venivano tutti i figli morti di suo figlio Tom. E tutti si mettevano a sedere intorno a lui. E più l'aria si faceva buia, più egli se li sentiva vicini, leggieri e giganteschi.

Puoi garantire? . L'occhio di Nora si fece torvo: la piccola ruga della fronte era più profonda. . .... Poco dopo, seguita dallo zio Matteo, essa entrava adagio nella camera del Casalbara: la camera era ancora tutta buia, come il giorno innanzi. Nora si avvicinò, sola, al letto del malato: Matteo Cantasirena si fermò, non visto, vicino all'uscio.

«Rimasi solo in quella cella buia, su quella fredda tavola di marmo sulla quale erano stati sparati tanti cadaveri. «M'abbandonavano. Mi credevano morto.

Finito questo, la buia campagna tremò forte, che de lo spavento la mente di sudore ancor mi bagna. La terra lagrimosa diede vento, che balenò una luce vermiglia la qual mi vinse ciascun sentimento; e caddi come l’uom cui sonno piglia. Inferno · Canto IV Ruppemi l’alto sonno ne la testa un greve truono, ch’io mi riscossi come persona ch’è per forza desta;

Per andare, per esempio, da Ariano, il mio paese, ad Avellino, mi facevano fare quattro tappe, in quattro paeselli, dove era la caserma dei carabinieri, con la camera di sicurezza. La stanza di sicurezza era un luogo di tortura, buia come una cantina e larga come una tana. Rimanevo perduto nella foscaggine per dieci minuti senza raccapezzarmi il luogo. C'era, di solito, una finestrucola all'estremit

Le signore rabbrividiscono di piacevol terrore. Son pazze di sotterranei; tanto la fantasia lavora. Si entra in una stanzetta buia; si scende per una scaletta anche più buia; alla prima voltata c'è un fil di luce, che viene da un finestrino di fianco, e lascia vedere l

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