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Aggiornato: 3 giugno 2025
Giunti a sera inoltrata, e senza tristi incontri, presso al castello, poterono scorgere al chiaro di luna i danni patiti dalle mura durante l'assedio. Anche i boschi avean sofferto: alberi atterrati, schiantati, spogli di frondi, bruciati, indicavano i furori della guerra. Profondo silenzio era susseguito al tumulto delle armi.
Non attesi al Villani e al Malespini che portano bruciati da' nostri da 80 legni nimici, perchè Saba Malaspina e gli scrittori di parte nostra non l'avrebbero pretermesso; e Montaner accenna questo incendio (cap. 65) ma come avvenuto sulla spiaggia di Messina, che è forse quello de' principî dell'assedio (Veg. cap. VII del presente lavoro). Il Montaner in questa impiastra tre fazioni: la caccia data alle 70 navi, la presura delle 22, e il saccheggio di Nicotra, seguito nel 1284; che è nuovo argomento della poca esattezza di questo autore, il quale scrivendo vecchio e molti anni appresso, confondea nella sua memoria l'ordine e le particolarit
Giacomino si avviò, ma poi, vista la Cammilla, tornò indietro girando fra i barili e le botti; ma la ragazza che stava in vedetta, gli andò incontro risolutamente e lo fermò. Mi ha chiamato la mamma disse Giacomo duramente. Lasciami passare. Cammilla non si mosse; lo guardò fisso cogli occhi aridi, bruciati dalle lacrime. Io, sempre. Questo volevo dirti, e nient'altro. Io, sempre.
Anche Galeazzo Trezzi, gentiluomo lodigiano convertito dal Mainardi e dal Curione, fu nel 1551 condannato dall'Inquisizione al fuoco. Il duca d'Alba, la cui memoria risveglia quella dei supplizii e delle stragi dei Paesi Bassi, venuto governatore del Milanese raddoppiò i rigori e nel 1558 furono bruciati un religioso e un altro, e così negli anni seguenti.
Hanno incendiati gli accampamenti dei Giuma! Bruciati i Campi d'orzo! Razziati i villaggi! Rullo di tamburi mediante 4 Sibilatori e 4 Ululatori. Bagamoio, non sgomentarti!... Non sporgerti fuori dagli alberi. Bisogna salvare il Sinrun! Se il mio destino m'impone di sacrificarmi, mi sacrificherò. Abbiamo dietro di noi la minaccia dei serpenti e degli elefanti!
Il capitano Fiesco, che pur non era di tenerissima fibra, torse gli occhi da quella piazza che doveva costeggiare passando, e dove appunto si stava rizzando un gran palco di legname per l'auto da fè del giorno vegnente; il mozzo Bonito rabbrividì, correndo involontariamente col pensiero agli orrori della piazza di Xaragua, dove ottanta cacichi erano stati bruciati sotto i suoi occhi; ed anche di un'altra piazza a San Domingo, dove per lui era stato rizzato il palco ferale.
Tutte le teste si protendevano per vedere la bella donna stesa esanime sopra un materassino, tolto alla camera del portinaio, e per veder don Pio con gli occhi chiusi, i baffi e i capelli bruciati, seduto sopra una sedia, senza dar segno di vita.
La chiesa è piena di bandiere prese al nemico, ma tutte posteriori al 1815. I vecchi trofei di quattro secoli, in numero di millecinquecento, furono coraggiosamente, ma non lietamente, bruciati in mezzo al cortile, quando Napoleone I fu domato dalla fortuna e gli eserciti alleati stavano per entrare in Parigi. Tra que' trofei erano le insegne e la spada di Federico II.
Parola Del Giorno
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