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Aggiornato: 16 giugno 2025


Ora credo che i brani che vi ho letto del D'Annunzio, a persona di noi meno foderata contro queste forme di eccitamento possano precisamente a qualche ora rappresentare le esteriorit

Io, , potrei vivere ancora, sai?... viver fra i muti balocchi, gli sparsi alfabeti e le bambole sue bionde, che chiudono gli occhi: canuta e disfatta, ma vivere, per vincer con torbida e forte superbia il mio strazio, e costringerlo nel verso che sfida la morte: costringerlo tutto, con brani di cuore, cogli urli supremi, con tale irruenza di spasimo che il mondo ne soffra e ne tremi....

In capo a dieci minuti i cavalli, spossati dalle precedenti corse, cominciarono a rantolare e a dare segni di stanchezza. Uno di essi intoppò in una pietra e cadde balzando d'arcione il cavaliere; tre leoni si gettarono sul disgraziato e lo fecero a brani ancora prima che si potesse alzarsi per difendersi. Avanti! avanti! coraggio! gridò Fathma che non si smarriva d'animo.

Vedeva ancora sua madre fremere di amore e di dolore, nel compiere l'ineffabile sacrificio; sentiva ancora, nell'anima, l'eco di quelle parole che Maria le aveva gettate in faccia calde, vive, sanguinanti, come i brani di un cuore infranto, e tutto ciò mentre si agitavano in lei, mentre correvano nel suo sangue le prime fiamme di quella istessa passione.

Sciagura all'infame ch'era stato cagione di tutto! Potesse la sua nave sfasciarsi, potess'egli, lontano alla patria, alla madre, esser ingoiato dall'onde, esser fatto a brani dai pesci.

Aveva avuto qualche maestro privato, una istitutrice giovane e bruna che stava presso suo padre, e di cui udiva parlar molto male da sua madre. Egli non ascoltava se non ciò che poteva divertirlo, si faceva una specie di coltura a brani, e un giorno voleva dipingere come Clara Dolores, un altro prender le sue note di viaggio come Fabiano, un terzo vivere non facendo nulla o guidando i cavalli.

Nella prima edizione riprodussi varî brani delle corrispondenze del Rossi, che nonostante le inesattezze e le esagerazioni, rimangono tra le più belle e le più veritiere. Non le riproduco in questa Ed. perchè i lettori, che volessero conoscere i Fasci in azione, devono leggerle tutte nel volume pubblicato or ora del Max Kantorowix: L'agitazione in Sicilia di A. Rossi. Milano 1894.

L’ho morso, l’ho ridotto in cento brani, L’ho ucciso, ecco!

In tutti que' suoi moti e que' suoi atteggiamenti c'era qualche cosa d'indefinibile che molto somigliava ai moti d'istinto delle belve. La porta finalmente si aprì; egli vi gettò lo sguardo avido.... vide e tremò.... tremò; tanto la vista di Manfredo gli mise un sussulto, un orgasmo insolito in tutte le fibre, e fu a un punto di gettarsegli contro come per farlo in brani.

Ne taglio via due brani, perchè documentano il mio profilo e ribadiscono in tutto la convinzione che la dottora congiunge a un'alta intelligenza un carattere adamantino. «Sentite, caro Prampolini: voi sapete che non sono ipocondriaca, che non sono portata all'esagerazione dei miei malanni fisici, anzi sono fatalista e piuttosto fiduciosa della mia resistenza.

Parola Del Giorno

emiliano

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