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Aggiornato: 2 luglio 2025
E s'a ciascuno il tuo valor sovrasta, E durar teco in arme altri non vale Cingendo il brando; o s'abbassando l'asta Su spumante destrier non trovi eguale, Meraviglia non è; chè non contrasta, Ad immortal virtù forza mortale; Ed a vergine tal darsi vittoria È per l'uom vinto incomparabil gloria.
Il giovane ufficiale stramazza a terra, spalanca due volte la bocca emettendo rivi di atro sangue, indi si ricompone come corpo morto. Prorompendo in orribili bestemmie il conte getta il brando insanguinato e come spinto da furie infernali fugge precipitoso al castello.
Ambe le guancie di disdegno ei tinge, E d'orribile foco empie ogni vena; Lampeggia il guardo, e sì furor lo spinge, Che de' piedi la terra imprime a pena, Fattosi da vicin la spada stringe; L'aria di quel fulgor lunge balena Come se tuona; ed AMEDEO non cessa, Ma vibra il brando, e l'inimico appressa.
Ah! dove in quel giorno, dov'era il tuo brando, O Marco, o di Serbia speranza immortale? Conosci e sostieni lo strazio nefando? O il sonno e la morte ti avvinser così Che nulla più curi? La morte? Il fatale Momento di morte per lui non arriva: Mutate la nenia ne l'oda festiva; Ei dorme, si scuote, risvegliasi al dì!
111 Tra i cavallier la donna di gran core si mette, e dice loro: Io vi comando, per quanto so che mi portate amore, che riserbiate a miglior uso il brando, e ne vegnate subito in favore del nostro campo saracino, quando si trova ora assediato ne le tende, e presto aiuto, o gran ruina attende.
11 Era a periglio di morire Orlando, se fosse di morir stato capace. Potea imparar ch'era a gittare il brando, e poi voler senz'arme essere audace. La turba gi
64 La notte ch'andò inanzi al terminato giorno de la battaglia, Ruggiero ebbe simile a quella che suole il dannato aver, che la matina morir debbe. Eletto avea combatter tutto armato, perch'esser conosciuto non vorrebbe; né lancia né destriero adoprar volse, né, fuor che 'l brando, arme d'offesa tolse.
Ma non per tanto da temenza oppresso Lascia ogni Turco l'ardimento in bando, E stan da lunge, e fan vedere espresso Quanto d'Enrico è paventato il brando: Chè non venite a guerreggiar dappresso, Femmine d'Asia? egli dicea gridando. E pur bramoso di propinquo assalto, La nobil spada sollevava in alto.
Tale al grande AMEDEO fassi da presso, E col furore estremo, onde s'accende, Batte lo scudo, e col furore istesso L'elmo e 'l cimier ch'immortalmente splende. Ma non che di piagar gli sia concesso Lui, che l'arnese eterno arma e difende, Rintuzza il brando. Ed AMEDEO gli ha posta La fiera spada ne la destra costa. */
Indomito la man, feroce il brando, Fra lampi d'ira fulminoso il ciglio Trascorre intorno su l'arcion notando L'armi, e le membra a riguardar vermiglio, Fracassa i remi, e ne le prore urtando Non lascia alma fuggir senza periglio; E gi
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