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Aggiornato: 23 giugno 2025
Mano mano che le navi s'attaccavano bordo a bordo, frammischiavasi a quel rumoreggiare degli archibugi un ribattersi di spade e di scuri che s'incontravano e si ripercuotevano, un gridare, un inveire più aspro e clamoroso.
Cristoforo Colombo l’aspettò un’ora, quanto occorreva per farsi bene avvistare, poi fece virare di bordo per ritornare al sorgitore che aveva abbandonato quella mattina. La Pinta capì che egli faceva ciò, non potendo lottare col vento contrario, che a lei serviva così bene, e lo seguitò nella rada.
Io mi accasciai sotto la prua con minore coscienza di me medesimo che se fossi stato una pietra. I remiganti batterono le onde. Il sonno pesante dell'angoscia piombò sulle mie palpebre. Quando mi destai ero a bordo d'un immenso vascello galleggiante su d'una immensa pianura immensurabile che mi pareva un universo d'acque, e mirai per la prima volta, esterrefatto, il mare.
Durante il ritorno da Rio Janeiro, essendo venuto a mancare il secondo commissario di bordo, il comandante che, certo, aveva, con il suo fiuto di dominatore d’uomini, indovinate le qualit
Cristoforo Colombo e i suoi compagni della Santa Maria ebbero il tempo di scendere nei palischermi, e di ricoverarsi a bordo della Nina. Intanto era spuntato il giorno, e si conobbe che non era troppo lontana la costa. Qua e l
Ci faremo un baluardo di corpi de' paurosi: tanto per D... per costoro ha da esser finita in ogni modo; avanti dunque, fratelli, avanti. Il più forte interlocutore era il capitano Grongo, che, non avendo potuto riparare a bordo di nessun naviglio da guerra ancorato al molo, aveva fatto di necessit
Il Generale promise il suo braccio. «Io acconsentiva contento»; lo confessa nelle Memorie, e soggiunge: «con settantadue de' vecchi e nuovi compagni, la maggior parte buoni ufficiali, c'imbarcammo a bordo d'un vapore francese a quella volta. Toccammo Livorno: io contavo di non sbarcare, ma saputo il nostro arrivo da quel popolo generoso ed esaltato, fu forza cambiar di proposito. Sbarcammo .»
Appena fu a bordo della nave, egli adunò nuovamente nella cabina i suoi quattro confidenti per metterli al fatto di quanto egli aveva operato, ed impartire ad essi degli ordini.
Daùd, Omar e l'intrepida Fathma colle scimitarre in pugno troncavano tutte le mani che cercavano di aggrapparsi al bordo della darnas e spaccavano orribilmente le teste che s'alzavano verso di essi.
Due ore dopo, i due legni erano accostati, e Martino Alonzo Pinzon saliva a bordo della nave capitana. Fu allora uno strano dialogo tra lui e l’almirante; un dialogo in cui l’uno faceva discorsi a perdifiato, e l’altro rispondeva a monosillabi.
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