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Aggiornato: 15 giugno 2025
Cadde in un’imboscata su quel di Pistoia mentre per vero avea tentato un bel colpo; non pensando però al pericolo in che s’era posto, con l’arrestarsi in que’ pressi per trattenervi la guida sorpresa, finchè non suppose allontanati di molto i militi del capitan bolognese, col quale aveva trattato sì, ma però alla larga per sospetto d’un brutto giuoco.
« Ho dovuto mascherarmi perchè nessuno mi conosca a Gerusalemme, disse Giuda alla moglie tu sai il proverbio, nemo propheta in patria sarei anzi tentato di prendere un nome francese... Basta!... a suo tempo vedremo?...» La Camilla, che era furba come una bolognese, non volle saperne d'altra spiegazione.
Signore, signore, disse qualcheduno vicino a me scotendomi forte per una spalla, signore, si svegli. Quegli che mi scuoteva per la spalla era il negoziante bolognese che la sera innanzi aveva cantato in chiave di tenore. Ma come? balbettai confuso. Dove siamo? Per bacco! Sul vapore... e gi
Le volpi intanto cotesta sera nella casa del Fortebracci eran venute a consiglio. Un toccamano di buoni fiorini d’oro aveva fatto promettere a Musone qualunque impresa la più arrischiata. Uso ai contrabbandi sul confine del Bolognese presso Sambuca, dove rimane il villaggio della Moscacchia e d’ond’era uscito, egli era uomo da questo e altro. Venendo adesso a Pistoia, aveva avuto per pretesto il lavoro, ma il fine era quello di pescare nel torbido fra un’agglomerazione di gente come doveva esserci, e così tentar la fortuna con grossi guadagni e non men vergognosi. Però all’invito di Nuto gli cadde proprio la palla al balzo. Nè egli a lui era per far miglior giuoco. Perchè Nuto attesolo prima da solo, come gli ebbe svelato l’impresa da compiersi in quella sera; dal suo consenso e da certi ripieghi ch’ei gli propose, s’accorse subito che razza di birbo era quello, e che un più destro scherano non gli potea capitare. Allora ei lo condusse nelle stanze del Fortebracci; glie lo presentò e gli disse:
Salutato il grande astro rosseggiante che si affacciava dalle vette dei monti toscani, i nostri amici si volsero intorno a veder sorgere, quasi nascere a grado a grado dalle tenebre, tingersi di bei colori e risplendere gloriosa la gran catena delle Alpi, dalle Marittime alle Retiche; biancheggiare di sotto e illuminarsi via via la grande pianura per cui correva il Po in lunga e tortuosa fascia d'argento; più oltre accennarsi in una candida sfumatura l'Adriatico, donde, percorsi rapidamente con l'occhio i dorsi dell'Appennino bolognese e del toscano, veduta Bismantova, con la sua gran faccia di sfinge supina, ma di sfinge europea che abbia il naso aquilino, era permesso di veder le Maremme verdeggianti, le rive del Tirreno e le isole dell'Arcipelago toscano, ninfe nuotanti sopra una grande distesa d'azzurro.
I’ fui colui che la Ghisolabella condussi a far la voglia del marchese, come che suoni la sconcia novella. E non pur io qui piango bolognese; anzi n’è questo loco tanto pieno, che tante lingue non son ora apprese a dicer ‘sipa’ tra S
Questo fiume, o meglio torrente, che sorge nei monti del Pistoiese (a Prunetta) e divide il territorio bolognese da quel di Pistoia, per quanto povero d’acque, verso Bologna ne’ tempi andati dilagavasi tanto, che v’avea formato una isoletta per la quale andò sì famoso. Perchè è da sapere che fu col
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