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Eravamo nel patio detto de los Arrayanes (dei mirti), che è il più vasto dell'edifizio, e presenta insieme l'aspetto d'una sala, d'un cortile e d'un giardino. Una gran vasca di forma rettangolare, piena d'acqua, cinta d'una siepe di mirto, si stende da un lato all'altro del patio, e riflette come uno specchio gli archi, gli arabeschi e le iscrizioni dei muri. A destra dell'entrata si stendono due ordini sovrapposti d'archi moreschi, sostenuti da leggiere colonne; e dal lato opposto del cortile s'alza una torre, con una porta, per la quale si vedono le interne sale semioscure e le finestrine binate, e di l

Fu allora che egli fece il suo maggior quadro di Paolo e Francesca. La scena è bruna, è una stanza tappezzata di cordovano oscuro, senza ornamenti, senza galanterie di tavole scolpite o di finestre binate. Un lettuccio di velluto nero è in mezzo al quadro. Sul lettuccio distesa, morta, con la faccia bianca e sorridente, che fa macchia sul velluto nero, con le mani raggrinchiate, giace Francesca. Stramazzato a terra, bianco, morto, con le spalle appoggiate al lettuccio, con la testa vicina a quella di Francesca, è Paolo. Vi è sangue sulla veste di Francesca, sangue sul giustacuore di Paolo, una pozza di sangue per terra. Le due teste, ravvicinate, pare che si bacino ancora. Lanciotto non vi è, ma è dappertutto. Quell'assenza è di un effetto artistico eccezionale. Tutto è sobrio, tutto è severo, tutto è tragico, anche il bacio, specialmente il bacio. Nessuna mimica, nessuna coreografia. Aleggia nel quadro una fatalit

La famosa Giralda della cattedrale di Siviglia, è un'antica torre araba, costrutta, a quanto si afferma, nell'anno mille, sul disegno dell'architetto Gaver, inventore dell'algebra; modificata nella parte superiore dopo la riconquista, e ridotta così a campanile cristiano; ma pur sempre araba all'aspetto, e tuttavia più altera dello sparito stendardo dei vinti, che non della croce a lei nuovamente imposta dai vincitori. È un monumento che produce una sensazione nuova; fa sorridere; è smisurato e imponente come una piramide egizia, e ad un tempo gaio e gentile come un chiosco di giardino. È una torre di mattoni, quadrata, d'un bellissimo color di rosa, nuda fino a una certa altezza, e di qui in su ornata di finestrine moresche, binate, sparse qua e l

Oh meraviglia! Era il cortile d'una casa araba, cinto di colonnine graziose, sormontato da archi leggerissimi, con quegli indescrivibili ricami dell'Alhambra intorno alle porticine e alle finestrine binate, colle travi e gli assiti del soffitto scolpiti e coloriti, colle nicchiette per i vasi dei fiori e le urne dei profumi, col bagno nel mezzo, con tutte le traccie e i ricordi della deliziosa vita d'una famiglia opulenta!

Son belle sopra ogni cosa le piccole case campestri sparse lungo la strada. Non ricordo d'averne veduta una che non fosse bianca come la neve. È bianca la casa, bianco il parapetto del pozzo vicino, bianco il muricciuolo che cinge l'orto, bianchi i due pilastrini della porta del giardino; ogni cosa par stata imbiancata il giorno innanzi. Alcune di queste case hanno una o due finestrine binate alla moresca, altre qualche arabesco sulla porta, altre il tetto coperto di tegole variopinte come le case arabe. Qua e l

Nel mezzo del cortile spicciavano da sette vasche di marmo bianco sette alti zampilli, che facevano il rumore d'una pioggia dirotta. Tutt'intorno v'erano porticine socchiuse e finestrine binate. Nel mezzo dei due lati più corti, due grandi porte aperte, che davano accesso a due sale.