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Aggiornato: 12 giugno 2025


Gordon pacha ha telegrafato gentilmente che si lasci passare tutto il nostro bagaglio, per cui lo trasportammo a palazzo e le nostre camere hanno assunto un aspetto ancora più originale: casse e cassette in ogni angolo, fucili e armi d'ogni genere appesi alle pareti, corde tese con abiti e biancherie, in mancanza di armadii, angareb, brande e amache che funzionano da letto, casse disposte a tavolo od a sedile, un vero disordine pittoresco. Fra noi, chi scrive, chi legge, chi prepara armi e munizioni per una prossima caccia, chi fa un po' da servo alla propria roba, chi, e forse il più benemerito fra tutti, lavora a preparare il pranzo: compagni non ne mancano, che è un continuo andirivieni di gente che col solo movente della curiosit

La strada curva è girata, o meglio presa in giro dalla nostra fusione veloce tlantlantrintrrrrr trrrr. Polverone sferico, blocchi di caldo roteanti. Trombe d'aria sbatacchiate fra le facciate delle case sovraccariche di biancherie roventi alate. Ondeggiare frenetico della mia 74 fra le resistenze dei metalli. Anguillare sulle anguille affettuose delle rotaie.

Verdiana, colta alla sprovvista sul tasto delle biancherie, per le quali ogni buona massaia sente tanta passione, dimenticata la origine degli scudi, si pose a fare i conti con don Cirillo. Questi, sebbene fosse non mediocremente istruito, pure di conti non sapeva nulla; onde la somma non tornava mai. Verdiana annoverava toccandosi i labbri con le dita, ma anch'ella in abbaco andava poco innanzi.

Doveva essere la nostra notte d’amore. Finalmente nulla più ci divideva dal necessario epilogo d’ogni storia d’amore. Un uscio. Un uscio chiuso con la sola maniglia, fra due camere quasi uguali. Pompon dormiva nella sua cuccia di raso celeste. La miss-cameriera, dopo avere lungamente preparata Madlen a questo rito nuziale, indugiava ora nella stanza, riordinando le biancherie, vuotando l’acqua dai catini, e parlava, e camminava con leggerezza;

E non di rado, per risparmiare alla mamma il lavoro, si affrettava a finir di rimendare di sua mano le biancherie su cui l'aveva veduta, la sera innanzi, lasciar cadere il capo grave di sonno. Oh come se ne compiaceva la fanciulla, quando la povera madre, senza accorgersene, si rallegrava con stessa, di trovar finito ciò che parevale avere smesso cominciato appena!

La fanciulla del mattino fu un sogno, quella del mezzogiorno un delirio. A sera ho desiderato di morire: a notte? La cameriera dalla stanza reca fuori le profumate biancherie, un nuvolo di trine, pieno di lampi. Felice notte! mi dice anche lei, con un certo sorriso.... E quand'io mi levo dal tavolo, vuole accendermi il lume. Monti di Sestri.

La signora Rosa cuciva biancherie finissime, faceva trafori che parevano trine, rammendi che non lasciavano più trovare la traccia della laceratura. La signora Caterina non lavorava che a punto di calza; ma in quello era maestra.

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