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Aggiornato: 19 giugno 2025
E sopra il caminetto, tra Joachim e Beethoven, pendeva un piccolo ritratto di Bemolle, tornato umilmente a Praga ad assistere il Professore ormai vecchio, amareggiato, e quasi cieco. Finito tutto... passato tutto... vano tutto...
Bemolle, entrando, aveva fatto il suo profondo inchino; poi s'era fermato vicino al pianoforte, curvo sotto la terribile gioia della augusta presenza; e in tutta la sera non ricuperò mai completamente la posizione verticale; ma bensì si levò e si sedette ogni volta che gli si rivolgeva la parola in una rigida postura curvilinea, dolorosa a guardarsi.
E dov'è Fräulein? Fräulein non c'era. Fräulein aveva il cuore debole. Le era venuto male dopo il secondo pezzo, e si era dovuto mandarla a casa in carrozza. E Bemolle?
Dunque dal lato affari le cose erano in ordine; e Bemolle si domandava perchè mai fosse prevalente quell'ingiusta superstizione riguardo alla disonest
Ma Bemolle, muto, con gli occhi chiusi, pensava. Pensava che stenderebbe alla tremula stretta della sua vecchia madre, una mano che il tocco d'una Regina aveva consacrato. Ma prima che Bemolle potesse andare a casa sua, si dovevano ancora dare quattro concerti a Milano.
Il lucido occhio dell'impresario si posò un istante con critico esame su Bemolle. Poi, in uno sguardo rapido, misurò Fräulein; e da Fräulein il suo occhio accorto passò al dolce viso un po' incantato di Nancy. Bene. L'impresario era contento. Con queste persone si poteva andar d'accordo. In quanto ad Anne-Marie l'impresario non le badò affatto. L'aveva udita a suonare due volte. Bastava. Anne-Marie come Anne-Marie non lo interessava. Anne-Marie come artista lo interessava ancora meno. Anne-Marie era semplicemente la piccola «~boîte
Ad Anne-Marie piaceva che gridasse. La interessava di osservare le faccie ch'egli faceva quando lei, apposta, suonava delle note sbagliate: lo vedeva scuotere la testa nera e arricciare il naso, e aprire una gran bocca a gridare. Un giorno ella si divertì, in un pezzo scritto nel tono di «fa», a suonare ogni «si» naturale invece che bemolle. Si bemolle, disse Bertolini la prima volta.
Fräulein e Bemolle seguivano in un'altra carrozza. Dall'impresario in poi, nessuno aveva osato turbare quest'ora sacra e stellata del loro amore. E Nancy, rimpianse ella mai i suoi perduti sogni di gloria? Ricordò ella mai il suo non scritto Libro? Non le ardevano più le ferite dell'ali che ella s'era strappate? No. Essa viveva per Anne-Marie e di Anne-Marie.
Bemolle che aveva ascoltato i pezzi stringendosi convulsamente la fronte tra le mani, e che, per reazione, aveva pianto copiosamente ad ogni intervallo si avvicinò col naso gonfio e i baffi spioventi; portava in mano l'altra cassetta col violino di Anne-Marie. Perchè fate così? disse Anne-Marie, guardandolo con leggiero disprezzo. Perchè fate quelle faccie? Bemolle non potè risponderle.
Quando partirono, Nancy vide Bemolle che si precipitava dietro a loro; vide le due venerande figure fermarsi e parlare con lui, poi, sorridendo, stringergli la mano. Ma che cosa avete fatto, Bemolle? chiese Nancy.
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