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Una bella stoffa, un prodigioso anello, una pettinatura insolita e complicata, un motto di spirito, la notizia d’un fidanzamento, la straordinaria ladreria di qualche beduino crudele, gli spettacoli dei nuovi anfiteatri che si stavano aprendo, la questione dei precettori stranieri che pervertivano gli adolescenti e quella dei linguacciuti liberti che spadroneggiavano in tutte le case, il pericolo delle spie, quasi tutte greche o levantine, cui non sfuggiva il minimo pretesto per fare una denunzia o per tentare un ricatto, le prolusioni sapientissime che i Dottori tenevan ne’ cortili del Tempio, dinanzi ad immensi uditorii fra i quali nessuno si dava la pena di capire un’acca, l’imbarazzo del Procuratore, il quale non mancava di perdere il filo e di arruffare scempiaggini tutte le volte che aveva da parlare in pubblico, ma sopra tutto il colorito sanguigno e le poppe indecenti che aveva la moglie di costui, plebea ricca di bitorzoli e scarsa di virtù, la quale faceva commettere un numero infinito di sciocchezze al rappresentante di Cesare, le canzoni esotiche venute in Palestina coi navigatori o con gli schiavi d’altre terre, le satire nelle quali si tradiva il terribile spirito ironico della razza giudaica:

Abd-el-Kerim a quella dolorosa sensazione trasalì e svegliossi. Con una mossa improvvisa, nervosa, che gli strappò un lugubre gemito, alzossi a sedere guardando, ma con uno sguardo da ebete, il beduino che gli stava presso. Chi sei? chiese egli, con voce appena distinta.

Ci siamo? chiese ad un tratto il più alto di essi, nel cui accento si riconosceva il beduino che si era mostrato tanto accanito contro Abd-el-Kerim. Non ancora, rispose l'altro, che era lo scièk El-Mactud. Ma arriveremo presto. Per che ora ti diede l'appuntamento? Per la mezzanotte. Io ho sempre creduto che Ahmed alla notte dormisse. Io l'ho messo in curiosit

Quello di recarti da Fathma e di sputarle in volto in segno di supremo disprezzo. Taci, miserabile, taci!... Io ti sbrano co' miei denti! Addio, giovanotto, disse il beduino alzandosi. Oggi stesso partirò per Chartum con Fathma e tu rimarrai seppellito in questa tana che sar

In quell'istante s'udirono i rami del gran tamarindo che ombreggiava l'abitazione, scuotersi furiosamente. La finestra, Fathma, la finestra! gridò Omar. L'almea lo comprese. Si precipitò verso la finestra e vi giunse nel momento istesso che un beduino si aggrappava al davanzale cercando di issarsi su.

Il beduino s'avvicinò al colossale tronco del baobab ai piedi del quale, sulla corteccia, scorgevasi quattro profonde incisioni che venivano a formare un quadrato. Con un pugno sfondò quella corteccia incisa e dinanzi a lui apparve un'apertura che metteva in un antro scavato nell'interno dell'albero.

Egli mi promise di cercare attivamente quel beduino. Per ogni precauzione, sar

Il beduino lo seguì fino alla cima di una collina che dominava il campo e arditamente gli si presentò. Ah! sei tu amico! esclamò Ahmed, con un sorriso ironico. Come sta l'uomo che ti donai? Molto male. Ahmed, rispose il beduino. Ha la morte nel sangue. Sulle labbra del Profeta spuntò un secondo sorriso ironico non meno beffardo del primo. È avvelenato forse? chiese con sottile ironia.

Probabilmente un uomo. Chi? Il vendicativo Ahmed. Un ruggito irruppe dal petto del beduino. Ah! cane! esclamò egli con trasporto furioso. Non offendere l'inviato di Dio, disse gravemente El-Mactud. Ma questo inviato di Dio ha mancato alla sua parola, mi capisci El-Mactud. Mi aveva giurato di darmi nelle mani quell'uomo vivo. E non te lo ha dato vivo? Ma colla morte nel sangue.

Aprirò bene gli occhi, quando gli sceicchi torneranno al campo, disse il beduino. Ma che vuoi fare di questa donna? Te lo dirò al momento opportuno. Alto! esclamò lo scièk. Siamo giunti. Dinanzi a loro stava il tugul di Ahmed Mohammed, sulla cui cima maestosamente ondeggiava la verde bandiera dell'insurrezione.