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Aggiornato: 23 giugno 2025


Raccoglieva il frutto di sua costanza guelfa, di sua indipendenza, meglio difesa che non quella di niuna altra cittá italiana, salvo Venezia. Eccessiva giá in democrazia, tollerava ora i nuovi nobili o grandi, sorti sulle rovine dell'antica aristocrazia, i grandi commercianti, fra cui giá sorgevano i Medici, fra cui pure riammetteva per grazia alcuni antichi.

In Francia, il materialismo, insinuato prima dai tristi esempî di corruzione dati dai principi e dalle corti monarchiche, suggerito dal freddo incerto mentito deismo di Voltaire e d'altri fra i così detti filosofi che volevano, in nome di non sappiamo quale aristocrazia dell'intelletto, libert

Il duca Valentino era l'uomo più complesso del suo secolo, e teneva alla Chiesa e al Principato, alla milizia e alla aristocrazia, alla politica e alle battaglie. Ultimo nella storia dei piccoli principi medioevali, slargava l'ambizione fino al sogno d'un Regno italico, riflesso dei grandi Stati nazionali che si costituivano allora in Europa, sulla coscienza italiana.

L'artista è aristocratico senza saperlo, e senza volerlo; anzi è soltanto tale quando non vuole esser tale per forza. È sintomo d'impotenza la smania di aristocrazia che ha invasato e continua a invasare l'arte contemporanea? Sarebbe quasi da crederlo, guardando gli effetti dell'ossessione di questa idea.

Voi date un fondamento alla ineguaglianza che pretendete combattere. Si tratta non di divisione, ma di fusione. Non esistono sotto la nostra bandiera che cittadini italiani. Qualunque altra denominazione racchiude un germe di quella aristocrazia che dobbiamo e vogliamo spegnere

Repubblicana perchè, praticamente, l'Italia non ha elementi di monarchia: non aristocrazia venerata e potente che possa piantarsi fra il trono e la nazione: non dinastia di principi italiani che comandi per lunghe glorie e importanti servizî resi allo sviluppo della nazione, gli affetti o le simpatie di tutti gli Stati che la compongono perchè la tradizione italiana è tutta repubblicana: repubblicane le grandi memorie: repubblicano il progresso della nazione e la monarchia s'introdusse quando cominciava la nostra rovina e la consumò: fu serva continuamente dello straniero, nemica al popolo, e all'unit

La principessa Belgioiosa primeggiava tra le pie donne, che porgevano la gentile loro assistenza ai feriti, e prediligeva l'ospedale, ove fu condotto il nostro Cantoni; quella rappresentante dell'alta aristocrazia italiana non sdegnava di dividere con Ida, la figlia del popolo, la cura del diletto del suo cuore.

Se tu mi avessi dato tempo, l'avresti saputo. Chi inviti? Tutta Napoli.... Gl'inviti saranno fatti a nome di Diana e mio: avremo qui tutte le amiche di Diana: il fiore della nostra aristocrazia. E che ci sar

Fino al 1647 soltanto le dame della prima aristocrazia si servivano della carrozza. Gli uomini andavano a cavallo, ed i ministri regi del Sacro Consiglio, i Presidenti ed i giudici, in chinea bianca, preceduti da valletti e con gli algozini a fianco, che portavan alto le verghe della potest

Dietro al re stava un esercito italiano e prode; e dietro all'esercito un popolo, il piemontese, di natura lenta forse ma virile e tenace, popolo cancellato nella capitale da una guasta aristocrazia, ma vivo e vergine nelle provincie e depositario di molta parte dei fati italiani.

Parola Del Giorno

dell’esule

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