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Aggiornato: 10 giugno 2025


Alcuni vasi di tulipani e giacinti vegetavano sulla stufa del salotto e mentre di fuori nevicava ed infuriavano gli aquiloni, la cucina ben riparata offriva un asilo gradevole, ove si alzava la fiamma viva e crepitante di ginepri, e i fornelli esalavano odori appetitosi.

Al diavolo l'estetica, La logica, il buon senso, E l'idëal melenso! Poichè l'arte pöetica Dai vecchi impacci è sciolta, Farò il comodo mio.... E spero questa volta Coi famosi del secolo Salire agli astri anch'io. Il verno io canto, il verno, La stagione crudele Stanotte il Padre Eterno In cima alla montagna Ha fatto il lattemiele.... E gli Aquiloni batton la campagna.

Il tempo, la lontananza, il soffio continuo dei gelidi aquiloni del polo, rappresentati dalle lettere di mio zio canonico, il quale coglieva ogni occasione favorevole per gettarmi una doccia d'acqua fredda sul dorso, finirono collo spegnere quasi intieramente la fiamma che mi abbruciava fino dai primi giorni della mia gioventù.

La duchessa? Vedete! il nostro hôtel è una strana residenza, in fede mia! Mentre che in un appartamento gli aquiloni infuriano e fischiano, in un altro il sole e l'azzurro non si velano giammai di nuvole. Appo il duca, l'ansiet

E in gennaio, investendovi Coll'afa della state, Gridò dal cielo: «bestie, Mo', adesso.... soffocateBuon Dio, la è troppa grazia Se ridi e non ti sdegni; Qual gente mai, quai popoli Dell'ira tua più degni? stupirei che all'impeto Dei gelidi aquiloni, Un per noi mutassero Il clima e le stagioni;

Son tutti così, i miei bravi cantonieri di strada ferrata. Ricordo ancora quello di Varigotti, conosciuto tanti anni fa. Aveva anche lui una bella fontana daccanto, anzi una vera cascata d'acqua, che piombava dalla balza rossastra, sotto la chiesuola abbandonata di San Lorenzo; aveva un orticello, con pèschi, fichi e fagiuoli, ch'erano una maraviglia a vederli; aveva il gran mare turchino davanti, e tutt'intorno, da ogni piega del terreno, da ogni borro, da ogni fenditura della rupe, occhieggiavano a lui tra lucide foglie di smeraldo i bei limoni dal color dell'oro. Per esser felice, non gli mancava neanche una moglie, giovanissima, bella e savia, amante del lavoro e di lui. Ma quello ci aveva il mal del paese; voleva lasciare quel sorriso di cielo e di mare, quel profumo, quel tepore, quella gloria, per ritornarsene al suo nido natale, o non troppo discosto, tra Bussoleno e Modane, sotto le Alpi nevose, a sentir cantare gli aquiloni e scrosciar le valanghe. Barattava male, e non fu difficile contentarlo. Sar

A l’opra, in lotta con l’informe creta, Ti vider questi cieli e queste valli, Del marmo e degli ignivomi metalli Sire e poeta; E gli aquiloni che da l’erme creste E dai vergini ghiacci immoti e soli Piomban, rotando in procellosi voli Per le foreste, Mugghiando a fascio ne la valle e intorno A la povera casa orribilmente, Salutarono, o Grande, il tuo fuggente Ultimo giorno.

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