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Aggiornato: 28 giugno 2025


Con l'elmo in capo andò dove fra i primi Brunel sedea negli argini sublimi. 89 Gli diede a prima giunta ella di piglio in mezzo il petto, e da terra levollo, come levar suol col falcato artiglio talvolta la rapace aquila il pollo; e l

Avevamo intenzione di vedere Rieti, Aquila e il Gran Sasso d'Italia, scendere dai monti di Popoli al lago Fucino, visitarvi le opere di prosciugamento del Torlonia, festeggiare la gloriosa resurrezione dell'Impero tedesco sul campo di battaglia dell'ultimo Hohenstaufen, e poi tornare a Roma per Tagliacozzo sulla via Valeria.

Il rombo dell’organo si propaga alla pietra dov’egli è per piombare. Torno presso di te... Voglio che la mia anima abbia la forza di condurre il mio corpo fino alla tua pietra... Tu lo dicevi: un coraggio di solitario, un coraggio di aquila... Nessuno sa, nessuno comprende... La scintilla d’un dio la cercherò nella tua cenere... Voglio... voglio andare a lui... io solo...

Non furono che pochi istanti e se ne usciva sopra un bel palafreno, bardato di lucenti brocchieri; egli poi splendido per le armi. Cominciando dall’elmo, con alti e bianchi pennoncelli; usbergo, braccialetti, cosciali e schinieri erano tutti a lamine e squamme di forbitissimo acciaio, con sopra rabeschi d’oro mirabili: il petto poi coperto d’una cotta bianca tessuta d’argento con in mezzo la nera aquila ghibellina. Al suono degli oricalchi, al levarsi in alto dei bei gonfaloni ed agli evviva del popolo affollatosi di ogni intorno, moveva dalla piazza e coi principali dei militi s’avviava al palazzo del Comune. Non gi

Antrodoco pure ha stazione ferroviaria sulla linea Terni Aquila Solmona Castellamare Adriatico, a km. 65 da Terni, ed a 39 da Aquila.

Intanto, a misura che s’appressavano ad esse, la detestata insegna de’ Ghibellini dalla nera aquila, che era infitta sulla gran torre della prossima porta di Ripalta, agitata dal vento si spiegava loro dinanzi.

Or fra quei sommi duci, onde l'oltraggio De la patria di Dio non fu sofferto, Quale aquila su l'ali, al gran viaggio Cinto di spada se ne corse UBERTO; Quasi in notturno ciel di stella un raggio De gli anni infra l'orror splenda suo merto, E si dilati, e si sollevi come Sul gran Libano cedro, il suo bel nome.

Molti erano periti nella mischia, come ad Aquila. Nell'anno stesso la Giovane Italia dava sei altre vittime, i Bandiera; poi le vittime di Reggio, nel 1846, poi quelle di Siderno e Bianco nel 1847. Dopo il 1848, non si conta più: il sangue soffoca la stessa polizia ed inonda l'esercito

Contestabile Rinaldo, noi vi preghiamo esserci di tanto cortese, che lo vogliate accomodare della vostra arme; noi vi assicuriamo che le vostre bande d'oro, e i lioni d'argento, non si dorranno di questo, perchè se a Cavaliere privato fosse concesso portare impresa di Re, noi gli avremmo fatto presente della nostra Aquila stessa

Leardo era di pel, gli estremi crini E la gran coda colorito a nero; Aquila in cielo, e per lo mar delfini Seco perdeano in divorar sentiero; Fulmine ei si dicea fra' Saracini; Crebbe a l'onda d'Eufrate, Armeno impero E per uso di Regi indi ritolto, Splendea fra gemme a meraviglia involto,

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