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Aggiornato: 4 giugno 2025


Era la notte del 20 settembre; l'ultima gente stava per rincasare. Improvvisamente giunse la notizia della resa di Roma. Fu uno scoppio, una vampa. Tutti corsero a casa per comunicare la buona novella; usci e finestre si aprivano, i dormienti destati di soprassalto si affacciavano alle vie, bianchi nelle camicie come fantasmi: si scambiavano parole, erompevano grida.

Molte e non liete son le riflessioni alle quali potremmo abbandonarci per tanto sperpero; ma a che giovano esse se non giovarono i continui ricorsi dei congiunti delle moniali al domani d’una professione? Limitiamoci a deplorare con una vittima del tempo, certo Lombardo, la elusione delle leggi, e solamente confermiamo il baratro che nelle case aprivano le pompe monacali; donde «una delle più dure concause della decadenza delle famiglie nobili di questa Capitale e di tutto il Regno e le scandalose dispiacenze tra padri e figlie»: i padri nel vedere, come abbiam detto, le figlie mutar di volont

Solo qualche volta, mentre aprivano l'uscio adagio adagio, ella, che era venuta in punta di piedi nell'andito, s'affacciava allo spiraglio, e nella penombra della stanza, in fondo all'alcova, vedeva un viso affilato, due occhi smorti, due mani lunghe e scarne che giacevano immobili sulla coperta del letto. Povero Leonardo! Com'era ridotto! Non lo si riconosceva quasi più.

Poco prima di mezzogiorno, Bitto passava per andare a pranzo a casa Bruni, e al suo passaggio gli scolari si apparecchiavano alla partenza; alla comparsa del maestro si aprivano le lezioni, a quella del cane si chiudevano; il comune era servito a meraviglia da due individui, e non ne pagava che uno solo.

Appena si aprivano le iscrizioni i soci accorrevano numerosi; ma poco dopo le file si diradavano, sia perchè i soci non amavano pagare il piccolo contributo mensile o settimanale, sia perchè si scoraggiavano presto, non ottenendo miglioramenti immediati.

Avevo passato mezza giornata nell'Aquario tra le meraviglie della vita sottomarina.... Improvvisamente, quasi mi fosse stato suggerito all'orecchio da qualcuno, io pensai: Va' a Firenze!... Va' a Firenze! Mi stava davanti agli occhi una mirabile aiuola di attinie e di coralli che si agitavano, che palpitavano con le loro creste filamentose: e tra i coralli e le attinie, magnifici polipi, di cui ora non ricordo il nome, allungavano i tentacoli, si gonfiavano, si aprivano simili a viventi ventagli, si restringevano e quasi sparivano confondendosi con la vegetazione rosata. Altri piccoli molluschi, cavallini di mare, se non sbaglio, idre, meduse, salivano e scendevano nella limpidissima acqua dietro il grosso cristallo; paguri, che si eran formati una casa con grosse conchiglie, erravano qua e l

Egli si ritirò; aprì la bocca a uno sbadiglio sghangherato, poi rientrò lentamente. Nelle stanze si sentivano rumori di passi, d'imposte che si aprivano: la casa si svegliava. Giovanni dette un ultimo sguardo alla finestra della cugina, e rientrò.

Maria lo teneva al corrente, da un anno in qua, di tutto ciò che concerneva la sua padrona. Annunziate al signor conte sua cugina, la signora duchessa di Balbek disse il lacchè al domestico di Adriano. Vitaliana entrò e si trovò in un largo corridoio, ove si aprivano quattro porte e cominciava la scala che guidava al piano superiore. Il domestico, interdetto, non sapeva ove introdurre Vitaliana.

Da due finestre, che si aprivano sopra un giardino, entrava un'aria carica di effluvii fragranti; il cielo nitido, e tutto un blando riso di luce, che diffondeva innanzi a un grandioso, stupendo tramonto. Alla fine i vecchi risolvettero di allontanarsi. Quando si mossero per uscire dalla stanza, cominciavano a cadere le prime lievi ombre della sera. Parevano calmi, rassegnati.

Ecco, si aprivano una strada attraverso le cateratte del cielo, scorrevano nella valle, sui monti, nelle foreste, sulle case dei placidi dormienti, nel sonno ininterrotto dei rudi lavoratori, nella veglia attenta e amorosa delle madri, nelle visioni alate dei bimbi, forse in qualche insonnia pensosa di un vecchio prossimo alla tomba.

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