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Aggiornato: 1 luglio 2025


Il Prevosto Lodovico Antonio Muratori, nella sua dissertazione ventesimasettima, d

A Spoleto rimasero alcuni suoi impiegati: Antonio degli Umioli di Gualdo, dottore in diritto, e il suo segretario Cristoforo Piccinino. Il 10 agosto 1500 Alessandro VI affidava il governo della citt

Il lavoro, per maledetta sorte, non imitava il bell'esempio della prole; non veniva punto poco. Un quadro su cui Antonio aveva fondato le sue più belle speranze fu giudicato unanimemente alla pubblica mostra, dove l'aveva esposto, una porcheria insuperabile.

Antonio si asciugò dalla fronte il sudore che vi aveva chiamato lo sforzo che aveva dovuto fare su medesimo per tirar fuori queste parole. Messer Agapito si grattò la punta acuta del suo lungo naso. Poi lo speziale andò presso al braciere, ne tolse il coperchio della campana sotto cui era, e ne mosse i carboni colla palettina; e vi sedette presso con aria di profonda meditazione.

Oh, oh! esclamò essa in sul piacevole; Mimì vi protegge. Vieni qui Mimì... Da brava, vieni qui.... Accostatevi ancora, mio caro... Come vi chiamate? Antonio ripetè il suo nome.

Antonio e della signora Palmira, scolaro ginnasiale scioperatissimo. La signora Palmira conosceva del non egregio suo Giacomino tutte le prodezze: dalla vendita della grammatica latina per acquistare il diritto di copiare i problemi, alle lezioni marinate con superba disinvoltura; sapeva perchè diminuiva lo zucchero ed aumentava in modo anormale la lista del calzolaio e del sarto. Il padre, cav.

Oh che vita! oh che vita! ripetè Antonio riprendendo la sua passeggiata traverso la stanza. Così stettero un poco senza parlare l'un l'altro. Antonio fu il primo a riappiccare il discorso. Se provassi ancora una volta a ricorrere a mio zio? diss'egli piantandosi innanzi alla moglie. Questa crollò le spalle e non levò neppure il capo dal suo lavoro. Eh? che ne dici? insistette il marito.

«Non molto prima della spedizione, sul finire del 1833 , mi si presentò all'Albergo della Navigazione in Ginevra, una sera, un giovine ignoto. Era portatore d'un biglietto di L. A. Melegari, che mi raccomandava con parole più che calde l'amico suo, il quale era fermo di compiere un alto fatto e voleva intendersi meco. Il giovine era Antonio Gallenga. Veniva di Corsica.

Essa compiangeva il povero Antonio; ma quel giorno era contenta perchè le aveva portata una lettera nella quale Enrico le scriveva che sarebbe presto venuto in congedo. Essa regalò al suo amico tante cose da portare a casa; delle frutta, della farina e delle uova. Prendi, disse, almeno che la tua mamma abbia da sostentarsi.

Giovanni gli narrò subito quant'era avvenuto, lui assente, in casa sua; ed Antonio fu persuaso eziandio, e tosto, che quello sconosciuto era proprio Orsacchio, cui la fortuna gli menava finalmente tra' piedi.

Parola Del Giorno

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