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Aggiornato: 4 luglio 2025


Ogni anno che passava era un vizietto che veniva. Non v'era governante che la piccola Elena non percuotesse, non servo che non garrisse, non animali domestici ch'ella non malmenasse; era insomma quel che le madri dicono un vero nabisso. La povera duchessa Anna non sapeva più comportarsi, ma il fatto sta, che più non bastava a sopportare quella minuta ma continua procella; inoltre v'era nei modi della fanciulla, una certa risolutezza quasi maschile, una certa, direi quasi, procacit

Caracollando leggiadramente sulla groppa di una puledra maltese, in sul cadere di una splendida giornata di ottobre, la contessa Anna Maria di Karolystria traversava la foresta di Bathelmatt. La contessa, contando di arrivare a Borgoflores poco dopo il tramonto, era partita dal suo castello alle due del pomeriggio.

E sembrava ad Anna che questi atti di maggior dissennatezza fossero accompagnati da certe voci, da certi lai, che non ostante la distanza e l'esser chiuse le due finestre, giungessero pur tuttavia fiochi e rotti sino a lei. Anna aprì i vetri. S'era messo un tempo fosco, basso e d'un freddo umidiccio che penetrava nelle ossa e gelava il sangue.

I suoni cessarono. Pensai: "La divozione è finita. Anna sta per risalire. Verr

Ella lo guardò. Il pallore e la tristezza di quel bel volto di cui egli aveva adorato la gaiezza, lo colpirono. Anna si avanzava, tutta contenta, attraverso la gente che discorreva un po' qua, un po' l

Anna fu candida testimone. Introduceva i visitatori, tendeva il tappeto su la tavola, e a mezzo della veglia portava i bicchierini pieni d’un rosolio verdognolo composto dalle monache con droghe speciali.

Suor Anna la trattava veramente nelle sue lettere come una figlia; si comprendeva dalle parole di conforto, dai richiami alla fede cristiana, che la suora rispondeva a lettere dove la morta le diceva i suoi dolori e le sue disperazioni. Gi

Anna così racconta: Per lungo tempo, l'amore che mi portava Giustino Morelli fu la mia segreta consolazione e il mio segreto orgoglio. Io era una donna assolutamente infelice, con mio marito: una di quelle infelicit

Su l’alba Anna e Fra Mansueto si misero in cammino. Anna aveva su ’l principio il passo spedito, l’aspetto gaio: i capelli, gi

Essa però pensava sempre ad Anna e Graziella, che non sapevano lavorare, e sarebbero certo morte di fame; e quando il padre aveva fatto una buona pesca, riempiva in segreto una cesta di pesci, e sull'imbrunire andava nell'antica viuzza accanto alla casa dove era nata, e sulla soglia lasciava la cesta, e poi rifaceva la via in un lampo.

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