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Vicenzino si sentì morire in cuore l'ultima gioia. Non lo aveva amato mai; non lo aveva compreso; non era per lui che era rimasta fanciulla. Era per un altro! Anche il suo passato, il solo ricordo che lo consolasse, il solo raggio d'amore della sua vita, era spento. Ebbe uno di quegli impeti di dolore irresistibili, che possono sopraffare anche le anime più forti. Riaperse la porta del giardino, ed uscì a capo scoperto nell'oscurit

E borbottava fra i denti: Anime sante del Purgatorio! Che cosa mi tocca!

E con questi principii avete tanta avversione per il nihilista? Non sapete che siete voi negatori, voi pessimisti, i suoi maestri, gli eccitatori di tutte queste anime audaci cui non basta l'astratta speculazione, ma che traducono in atto, logicamente, i vostri ragionamenti?

O Ugolin de’ Fantolin, sicuro è ’l nome tuo, da che più non s’aspetta chi far lo possa, tralignando, scuro. Ma va via, Tosco, omai; ch’or mi diletta troppo di pianger più che di parlare, m’ha nostra ragion la mente stretta». Noi sapavam che quell’ anime care ci sentivano andar; però, tacendo, facëan noi del cammin confidare.

E dividesi questa parte in sette: percioché nella prima l'autor pone molti dolorosamente dolersi; nella seconda gli dichiara Virgilio chi questi sieno che cosí si dolgono; nella terza discrive l'autore la pena dalla quale questi son tormentati; nella quarta dice l'autore aver vedute molte anime correre ad un fiume; nella quinta dice essere a questo fiume pervenuto, e non averlo voluto passare dall'altra parte un nocchiere, che tutti gli altri in una sua barca passava; nella sesta gli apre Virgilio perché Carón non l'ha voluto passare; nella settima ed ultima mostra l'autore , per un tremor della terra e poi da un baleno, essere stato vinto e caduto.

Ma la ragione vincendo la paura: «Di che ho io a temeredisse; «se le anime di coloro che amiamo compariscono, non può essere che pel nostro meglio

Vedere spengersi il fuoco da se, e poi suffragare quelle povere anime uscite dal mondo senza sacramenti.

Ma sempre il ricordo di quelle due povere anime innocenti l'aveva trattenuta, che dimandavan piet

Laddove il vizio abbia inaridito le menti, e le anime languiscano appassite dalla costumanza del male, che sono essi mai i fantasmi della gloria? Nomi di scherno, soggetti di riso. Più veemente forza si vuole che non è la voce della virtù. Lo aspetto delle rovine del misfatto può commuovere quegli spiriti, o nessuna altra cosa lo può.

Ed elli a me: <<Le cose ti fier conte quando noi fermerem li nostri passi su la trista riviera d'Acheronte>>. Allor con li occhi vergognosi e bassi, temendo no 'l mio dir li fosse grave, infino al fiume del parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: <<Guai a voi, anime prave!