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Aggiornato: 12 ottobre 2025
Lo zio gli scrisse ultimamente da Roma una lunga lettera, che si può compendiare in queste poche parole: "Apparecchiami l'appartamento verso le colline. Finalmente posso anch'io ritirarmi dalla vita pubblica, e voglio finire i miei giorni nella pace del mio villaggio, in seno d'una famiglia felice."
Tacevo ella disse cedendo a quello spinto di rivolta ch'è forse nel cuore di ogni donna; tacevo, soffrivo in silenzio... Ma giunge il momento che il vaso trabocca... Il dovere!... Prima di tutto convien vedere qual sia, e allora, quando si è certi di non prenderlo in iscambio per qualche cosa di molto diverso, allora sì ch'è lecito invocarlo... Ne ho la religione anch'io, non dubitarne, e se m'è accaduto di non esservi fedele, non ho avuto più pace.
Dunque tanto vale che lo facciamo subito, è quello che ho pensato anch'io. Ma non m'hai ancor detto chi sia? Lo sposo? Sì! Non l'indovini? Eppure lo conosci meglio di me. Veramente non saprei... È Nicodemo, il maggiordomo del nostro signor padrone che quando sapr
Per coscienza intendo Filinoro dia concorrenza a questo barbassoro. Tenterem, vederemo; a Carlo Mano vo' ragionare; ho degli amici anch'io. Possibil che disutile sia Gano! Voi, Filinor, pregate intanto Iddio. Qui Filinor gli baciava la mano. S'offerser tutti a questo lavorio. Il pranzo era finito e, detto pria l'Agimus tibi gratia, ognun partia. Correan ventitré ore o poco meno.
Oh, Dario! fece mia madre. Non celiare su certi soggetti. Rispetta le credenze e i sentimenti altrui. Tuo padre credeva in Dio; ci credo ciecamente anch'io, lo sai. Comprendo: l'amarezza che ti trabocca dal cuore ti spinge a parlare così. Non voglio che Fausta senta qualcosa di simile dalle tue labbra. La turberesti crudelmente. Hai ragione, risposi mortificato. Non mi accadr
Oh! pur troppo li ho conosciuti anch'io i fuscellini di tuo nonno! Fortunatamente mio padre ha esaurito la sua provvista, e n'è disperato. Ogni qualvolta io sento dire che in citt
Talor mi batte, e duolo indi mi rode, Sì che allor quasi affetto io più non sento, E in maligni pensieri il cor mi gode. Povera madre! il viver nello stento Estingue nel suo spirto ogni sorriso, Ed anch'io più cruccioso ognor divento.
Voglio fare anch'io come molte altre!... Guazzare nel lusso, nello sfarzo, nei piaceri!... Si era alzata e si teneva ritta dinanzi al ritratto della mamma.
Oh, credi tu forse che io non ti comprenda? Credi tu forse che anch'io.... Si arrestò. Un'emozione profonda scuoteva suo malgrado quell'anima, che pareva a tutti impassibile e fredda.
Quante volte mi è uscito dalla penna: l'inimitabile, l'insuperato Aristofane! Quante volte, ricordando quel grossolano e sguaiato motteggiatore, ebbi anch'io l'impudenza di chiamarlo argutissimo e festevolissimo!
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