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Aggiornato: 25 giugno 2025


Il conte guardava fissamente, cogli occhi gonfi di lacrime, e pareva affermasse con meccanico ondulamento del capo. Poi, come riscuotendosi da una momentanea allucinazione, slanciossi col pugno alzato verso il visconte. In nome di Dio! esclamò questi riparandosi dietro le spalle del commissario, difendetemi da questo pazzo furioso!

Non è incredibile? Eppure è così. Ma il resto? Sono dunque vissuto nove mesi in continuo sogno, in continua allucinazione?.... Se sapeste quel che provo qui alla fronte, e alla tempia! Una stretta, fiere trafitture!... Non sono gi

Questa allucinazione in seguito si cambiò, e lo stesso impiegato tutte le mattine si deliziava alla vista d'una stupenda colazione. Ma avvicinandosi per gustarla questa spariva e a lui non restava altro che l'appetito insoddisfatto. *Igiene della vista.* Essendo la vista il più delicato senso, così bisogna usare ogni riguardo per mantenerlo e conservarlo nella sua integrit

Temo una allucinazione dei miei occhi che fissano attentamente la strana erba molliccia che ho fra le mani. Ha un colore quasi dorato. Non è un vegetale. E' una cosa umana, quasi viva. Orrore! Ho realmente dei capelli fra le mani. Una intera capigliatura di donna, strappata, certamente strappata! Questo è il cuoio capelluto, un po' di cuoio capelluto, insanguinato!

Il suo squilibrio si faceva più grande, come il tempo passava. La solitudine di quelle tristi giornate di autunno, in quella bruttissima casa vuota, l'aggirarsi sempre in quelle stanze deserte e sonore, il non uscir mai, il fuggire ogni contatto umano, creavano a Paolo Herz un ambiente strano, ma pur confacente alla sua allucinazione sentimentale.

Avrei voluto che mi fosse avvenuta una compiuta allucinazione; i soli ricordi non mi appagavano. E se, anche per un istante, avessi potuto vedermela comparire davanti, le avrei gridato: Portami via, portami via con te! O dammi la forza di venir volontariamente a raggiungerti! Era stata sublime.

Io ero felice, felice, indicibilmente felice; ero posseduto come da una grande allucinazione di felicit

Egli era solo e non mi sembrava più triste, pensieroso. Vestiva un abito nero molto elegante, ma nulla dimostrava che fosse avvezzo a prendere gran cura della sua persona. Non so se fosse inganno mio, o allucinazione, e che altro, ma egli mi pareva straordinariamente bello, assai più di quanto mi fosse sembrato poche ore prima.

.... Che la vita, dico io, è un sogno, una allucinazione, che tutto è apparenza quaggiù, tanto che Pirrone dubitava perfino di esistere e lo avrebbe fatto crepar dalle risa il signor Cartesio colla sua goffa trovata de! «Cogito ergo sum». Siamo noi dunque così sicuri di pensare? Io per me, o signori, e, m'immagino, anche voi, ne dubito forte.

Ma come? neanche una foglia si muoveva laggiù, dov'egli lo aveva pur dianzi veduto; alcuno strepito di rami smossi si udiva nella macchia, alcun rumore di passi tra gli sterpi. Un fantasma, dunque? E la povera Gisella nel suo terrore, ed egli sotto la pressione delle braccia di lei, erano stati in balìa d'una medesima allucinazione?

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