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Aggiornato: 4 luglio 2025


Una dinastia macedonica s'improvvisa un trono in Egitto con barbarica imitazione della monarchia napoleonica, ma non vi dura se non il tempo necessario all'Europa per la soluzione del grande problema dell'istmo, tagliato il quale soccombe nella più ignobile delle sconfitte.

L'Africa ebbe quindi due centri fuori di stessa, Roma e la Mecca; il suo Egitto risorse meno africano dell'antico; i suoi imperi litoranei fiorirono guardando oltre il mare all'Europa.

E cosí i letterati d'Italia crebbero tante spine all'esercizio della letteratura, che al letterato onesto diventò pericolosa perfino la sua onestá. E se la vergogna può in noi qualche cosa, vaglia questa volta ad avvertirci come gli stranieri ci tengano l'occhio addosso, e come ci convenga camminare con prudenza e saviezza, onde non sieno da essi ricantate all'Europa le nostre turpitudini.

Ho sottolineato io le parole: forma nuova per notare che il critico si è ingannato. Neppur quella forma è nuova: o meglio non era più così nuova, come egli immagina, al tempo della sua prima rivelazione all'Europa. I romanzieri russi, quei due o tre romanzieri russi che sono davvero grandi artisti, avevano soltanto fatto sviluppare, per istinto più che per riflessione, il germe della impersonalit

«Se anche, voi diceste all'Europa, in questa lotta della quale noi non ci dissimuliamo i pericoli, dovessimo combattere soli pel vantaggio di tutti, pieni di fiducia nella santit

Allora, al contrario, da paese a paese, per quanto vicino e confinante, correva maggior differenza, che non oggi dall'America all'Europa; poco si conoscevano le lingue; uno Stato ignorava quel che succedesse nel suo limitrofo; e corrieri a posta ci volevano per trasportare lettere o notizie.

Perchè, è forza il dirlo, noi viviamo disonorati: disonorati, o giovani, in faccia a noi stessi, in faccia all'Austria, in faccia all'Europa. Nessun popolo in Europa, dalla Polonia in fuori, soffre gli oltraggi che noi soffriamo; nessun popolo sopporta che una gente straniera, inferiore di numero, d'intelletto, di civilt

A voi solo, signor Falloux, spetta il tristissimo onore d'aver primo, nel vostro discorso del 7 agosto, dichiarato all'Europa che la Francia avea fino a quel giorno mentito. La vittima era allora stesa a terra e col pugnale alla gola.

I vostri sacerdoti dell'Arte pellegrinarono di terra in terra, disseminando per ogni dove forme di bellezza immortale e insegnando come si svolva dal simbolo l'ideale. E quando l'Europa ingrata vi pose in fondo, dividendosi le vostre spoglie, il genio Italiano, prima di velarsi per un tempo, gettò dalla sua croce, quasi pegno di ciò che un giorno potrebbe, un Nuovo mondo all'Europa.

Voi avete avuto incitamento ad essere grandi e virtuosi, ciò che nessuno ebbe mai: un popolo forte, numeroso, capace d'ogni entusiasmo, che v'era ciecamente devoto e vi offriva ogni cosa sua perchè lo guidaste alla meta, e l'avete prostrato ai piedi dello straniero, privato d'armi e di voto, coperto di disonore davanti all'Europa. Avevate il prestigio d'un nome, Roma, sacro fra i popoli e pegno, pel ricordo storico di due epoche di civilt

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