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Aggiornato: 3 giugno 2025
La promessa, che Loreta aveva fatta, era sincera veramente. Però, quando poco appresso, prima di conoscere ancora gli altri membri della famiglia, ella si trovò sola nella stanza che le avevano assegnata e ripensò all'accoglienza avuta da quella gentildonna dalla faccia austera e dall'accento reciso, istantaneamente, come se una voce misteriosa l'avesse avvertita di un ignoto imminente pericolo, un folle desiderio la prese di fuggirsene subito dalla tetraggine di quei luoghi e di tornare alla sua povera vita agitata, le cui durezze, per uno strano effetto della fantasia, le riapparivano ora quasi men fosche e meno penose. Ma fu la debolezza di un momento. La riflessione riguadagnò presto il suo dominio e Loreta si dolse di quegli ingiustificati timori come d'una ingratitudine verso la benignit
Quando, svegliata dalla voce d'una guida o da qualche movimento nella barca, essa ricadea nelle sue riflessioni, pensava all'accoglienza che le farebbero i coniugi Quesnel, e che cosa direbbe a proposito della valle. Poi cercava distogliere lo spirito da un soggetto tanto fastidioso, divertendosi a contemplare i tratti del bel paese illuminato dalla luna. Mentre la sua imaginazione distraevasi così, scoprì un edifizio che s'innalzava al disopra degli alberi. Man mano che la barca inoltrava, udiva rumor di voci; in breve distinse l'alto portico d'una bella casa ombreggiata da pini e pioppi, e la riconobbe per la casa medesima statale gi
I due amanti, raggiunta Bianca, recaronsi dal conte, e si misero a tavola sotto una pergola, ove sedevano i più venerandi vassalli, e tutti stettero allegri, tranne Emilia e Valancourt. Quando il conte tornò al castello, non invitò questi a seguirlo; egli prese dunque congedo da Emilia, e partì. La fanciulla, tornando in camera, pensò a lungo alla condotta di Valancourt ed all'accoglienza fattagli dal conte, ed in mezzo a queste riflessioni, obliò Dorotea. La mattina era gi
Come Aloise di Montalto ai avvicinasse per la prima volta alla bella Ginevra. Appena Aloise comparve sulla soglia, insieme col suo Pilade, il marchese Antoniotto compose il volto al più lieto sorriso che mai padrone di casa consacrasse all'accoglienza di un ospite ragguardevole, e si affrettò a muovergli incontro e a prenderlo per mano con affettuosa sollecitudine.
Arrivò in una gran berlina da viaggio, ne scese prestamente e montò i gradini del terrazzo (dove il vecchio conte era venuto ad incontrarlo) col cappello alla mano e il sorriso sulle labbra. Rispose calorosamente all'accoglienza calorosa che gli fece il signore del luogo, e poi, voltosi ad Ida, che se ne stava un po' in disparte, le baciò la cima delle dita con una galanteria rispettosa che rammentava Versailles, dicendole: Mia bella damigella, permettete che un vostro cugino vi presenti i suoi omaggi. Son venuto preparato ad ammirare la bellezza e la grazia, ma se avessi saputo la realt
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