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Aggiornato: 9 giugno 2025


L'altissimo Signor, che 'n ciel governa, Tal volta abbassa la mortal possanza Acciocchè l'uom ne la bontate eterna Impari di ripor la sua speranza; Quanto appartiensi a noi, perchè si scerna Nostro valor, che più d'oprar n'avanza? Se di battaglia nostre man fur vaghe, Il narreran le sostenute piaghe.

Il perchè voglio che quella via, che ci resta, la consumiamo nel ragionamento cominciato, toccando brevemente quel che vi rimane, e che più particolarmente mi dica quelle cose, di che leggiermente passando m'hai accennate: se nessune però ce ne sono, acciocchè io possa raccorre il tutto di quelle che noi disputiamo, quasi come se io avessi mangiate le cose ben digerite.

E quanto a quello che ho detto: che prima fa di bisogno sapere la cagione perché sia stato introdotto l'uso del danaro, dico che Aristotile, padre e fondatore delle umane scienze, in quei capitoli dell'Etica e della Politica giá dall'autore citati, in questo modo diffinisce: «L'uso del danaro essere stato introdotto dagli uomini per necessitá e sotto ordine di legge, affinché fosse mezzano per poter fare piú agevolmente le uguali permutazioni e commutazioni in quelle cose che a ciascuno facessero di bisogno, ed anche acciocché fosse una pubblica e comune misura a tutti per poter fare tali contratti giustamente, e che ne' pagamenti ciascuno, in qualunque paese che si trovasse, potesse intieramente conseguire ogni sua ereditá, fosse per qualsivoglia causa creata». Ma, perché in tutte le zecche vengono cavate le fatture dal corpo delle monete, ed ancora per essere fatte sotto ordini diversi da cittá a cittá e da provincia a provincia, onde ne procede che di tempo in tempo, ed anco quasi di continuo, vengono alterati i prezzi dell'oro e dell'argento, per lo che sono poi fuse e rifatte le monete da paesi a paesi; però il danaro non può essere la detta pubblica misura, perciocché, per le differenze che si trovano tra le monete fatte e coniate sotto l'autoritá di un principe a quelle di un altro, il piú delle volte da molti popoli vengono ricusate, ora per li bandi sopra esse fatti ed ora perché non le vogliono accettare, dubitando di non poterle poi spendere in altri paesi se non con gran perdita, ed anche perché non le tengono per cosí buone come quelle ch'essi sono soliti di spendere nelle loro cittá o patrie.

6 Gennaio 1860. I. Assunto. Il non conoscere certi fatti, il trasandarne taluni, o il non li collegare insieme, il fondare sopra cotesto imperfetto e caduco edifizio troppo grandi speranze, apparecchia disinganni gravi; dai quali poi l'inscienza stessa o la negligenza de' fatti ci toglie poter dedurre utili insegnamenti per il tempo avvenire. Acciocchè dunque le recenti vicende ci fruttino, importa collegare tra loro certi fatti dispersi, accennare come meglio si può a certi altri o ignorati da molti o non voluti avvertire; i vuoti che lascia anco la storia coetanea, riempierli colle induzioni che porge l'esperienza, e la conoscenza sicura di certe particolarit

DIC. Può stare in cotal guisa: acciocchè la infinita bont

"Io torno alla comitiva, disse Muzio, m'intenderò col solitario acciocché devii la passeggiata per altra parte perché Irene ed Orazio non abbiano ad abbattersi nella salma del loro caro. Ti raggiungerò poi con Gasparo". Un sasso! Che distingue le mie dall'infinite Ossa che in terra e in mar semina morte.

Seando la audienza del visir, con il presente suo, qual era della summa de trescientos e sescenta reali in circa, ed un'altra copia dell'istruzione, acciocchè anche lui a parte potesse veder e saper el tutto, sebbene egli fa tutti li negozi del reino, essendo il re giovane di anni 18 in circa.

DIC. Ottimamente l'hai ammonito: e acciocchè ora si gnene faccia maggior fede, vien qua, Strega; giura in su questo libro santo che io t'ho posto innanzi, e sappi che per tal giuramento sei costretta in modo, che se poi mancando della fede e promessa, e ingannando, o pure in una minima cosa dicendo la bugia, non hai mai a pensare, appresso di noi, manco appresso al secolo avvenire, trovare perdono.

AP. bene, perchè pure ora mi sovvengono quelle parole: Laura, Lammia, Incubo, favole antiche; e quel verso: A culle di fanciulli, strega nota, Scelleranza del sesso feminile. FR. Orsù andiamo al resto, acciocchè possiamo farne giudizio simigliante.

Foscolo «Si deve fare un commento critico per mostrare la ragione poetica: filologico per dilucidare il genio della lingua e le origini delle voci solenni: istorico per illuminare i tempi ne' quali scrisse l'autore ed i fatti da lui cantati: filosofico acciocché dalle origini delle voci solenni e dai monumenti della storia tragga quelle verit

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